Approvato lo scorso 18 novembre il decreto legislativo che recepisce la “Direttiva rifiuti” della comunità europea.Tra le novità fondamentali del decreto, che sarà oggetto di un prossimo articolo, il ministero segnala l’individuazione di strumenti che consentiranno di ridurre «l’uso di risorse naturali vergini attraverso l’utilizzo di materie prime secondarie derivanti dai rifiuti e introducendo una vera e propria definizione di sottoprodotto, immediatamente applicabile e meno restrittiva di quella prevista dalla legislazione vigente. In tale contesto, ad esempio, saranno stabiliti i criteri con i quali il combustibile derivato dai rifiuti (Cdr) potrà essere considerato una materia prima secondaria e non più un rifiuto, fatto che consentirà di recuperare indubbi ed evidenti vantaggi di ordine ambientale ed economico, quali la CO2 risparmiata e la produzione di energia elettrica. Le materie prime secondarie ed i sottoprodotti costituiranno gli strumenti base per la creazione della società del riciclo e del recupero auspicata dall’Unione Europea».«L’attuazione della nuova direttiva – sottolinea il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo – valorizzando il rifiuto sia come materiale riciclabile che come risorsa energetica, determinerà una diminuzione dei costi dello smaltimento per i cittadini perché i rifiuti troveranno una effettiva collocazione in una filiera produttiva che li utilizzi per la produzione di materia prima secondaria o come fonte di energia rinnovabile».
Altra novità è l’individuazione degli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2020, riguardanti flussi di rifiuti quali la carta, i metalli, la plastica e il vetro, che consentirà di chiudere il ciclo di vita dei materiali e reintrodurli nuovamente nel settore economico di produzione e consumo; «per raggiungere tali obiettivi, la raccolta differenziata costituirà uno dei principali strumenti utilizzabili, anche se non l’unico». Il decreto sembra abbia posto attenzione anche alla diminuzione della produzione dei rifiuti, che, leggendo il comunicato del ministero sarà attuata «attraverso lo strumento della prevenzione dei rifiuti, sia con disposizioni vincolanti che con strumenti programmatici, quale la predisposizione dei programmi di prevenzione».
Infine, non manca un accenno al Sistri. La normativa comunitaria richiede l’adozione delle misure necessarie affinché la produzione, la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti pericolosi siano eseguiti in condizioni tali da garantire la protezione dell’ambiente e della salute umana, ivi comprese misure volte a garantire la tracciabilità, dalla produzione alla destinazione finale, dei rifiuti pericolosi.
In tale ambito, spiega la nota ministeriale «si collocano anche le norme contenute nel decreto relative alla tracciabilità dei rifiuti, che permetterà di conoscere non solo in tempo reale le quantità e tipologie di rifiuti generati in Italia e nelle varie regioni, ma anche la gestione e i movimenti dei rifiuti stessi. È stato, inoltre, approntato un sistema sanzionatorio che, in ossequio a quanto richiesto dalla direttiva comunitaria, sia uno strumento efficace sia per la prevenzione che per la repressione dei reati ambientali legati alla gestione dei rifiuti».