(tratto da: “GSA Igiene Urbana” n.3, Luglio-Settembre 2009)
Waste hierarchy, smaltimento o recupero, material recycling society, life cycle thinking…concetti nuovi, concetti ridefiniti, nuovi obiettivi…il mondo dei rifiuti è in costante fibrillazione, tra nuove direttive europee vieppiù impegnative e comportamenti locali talora irrituali o semplicemente “distratti”.
A quasi un anno dalla approvazione della Revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti (Dir. 08/98, approvata il 19 Novembre 2008, e che va a sostituire la vecchia Direttiva Quadro 75/442), cominciano a sedimentare interpretazioni ed indicazioni sulla applicazione della stessa. E’ dunque possibile, ed utile, sviluppare alcune valutazioni sull’impatto strategico che la Direttiva stessa può produrre sul sistema di gestione dei materiali post-consumo.
La revisione era necessaria per un opportuno aggiornamento della struttura e del contenuto dopo 30 anni e numerosi emendamenti della Direttiva stessa; inoltre, si voleva dare risposta ad alcuni dei problemi sorti recentemente nel campo della gestione dei rifiuti, quali la classificazione, a seguito dei pronunciamenti della Corte Europea di Giustizia nel 2003 , dell’incenerimento come operazione di smaltimento (e non di recupero) e dell’uso di rifiuto come combustibile alternativo in utenze esistenti (cementifici, centrali termoelettriche ecc.) come recupero; una classificazione che, in mancanza di standard di qualità dei combustibili o di indici di efficienza energetica dei processi di conversione, appariva inadeguata a descrivere la multiforme casistica dei sistemi di utilizzazione energetica dei rifiuti, ed incline a promuovere forme di “eco-dumping”.
La produzione della prima proposta (dicembre 2005), e la successiva discussione tra le varie Istituzioni Europee (Commissione, Europarlamento, Consiglio), i Paesi Membri e gli stakeholdeers (“portatori di interesse”, ossia le categorie economiche, le associazioni ambientaliste, ecc.) ha consentito di focalizzare meglio i temi dirimenti, quelli con particolare “impatto” sulle strategie complessive, ed il significato delle disposizioni finali; è così possibile individuare, al di là della struttura complessiva che può spesso sembrare contorta, e delle formulazioni a volte decisamente equivoche, delle indicazioni di portata strategica.
Gli stessi tecnici della Scuola Agraria del Parco di Monza sono stati a più riprese coinvolti, in sede di elaborazione di ricerche, di conferenze e dibattiti di approfondimento, di elaborazione delle decisioni da parte dell’Europarlamento, o di definizione delle posizioni delle varie categorie interessate. Questo ci consente di individuare i temi di portata strategica, e la loro possibile evoluzione.
In prima istanza, la revisione della Direttiva si proponeva di dare ulteriore impulso alla gestione sostenibile dei rifiuti, nel rispetto del mandato e delle previsioni del Programma Quadro di azione ambientale e delle Strategie Tematiche in esso sviluppate, quali la Strategia tematica su Prevenzione e Riciclaggio e quella sulle Risorse. Il principio-base, l’obiettivo (dichiarato esplicitamente dalla Commissione) era quello della promozione, a livello europeo, di una “material recycling society”, (società basata sul riciclaggio dei materiali) dunque con un ulteriore impulso alle politiche relative al recupero delle risorse contenute nei rifiuti.
Figura 1: uno dei principali obiettivi della nuova Direttiva Quadro sui Rifiuti è quello di promuovere in EU
una “società basata sul riciclaggio”. Saranno dunque sempre più frequenti “paesaggi urbani” popolati di attrezzature
per la raccolta differenziata delle diverse frazioni di materiali post-consumo suscettibili di riciclaggio
(nella foto: raccolta di organico e imballaggi con mastelli nel Somerset, UK)
Non sempre tale principio però sembra essere perseguito coerentemente, al netto delle discussioni e conseguente evoluzione del testo, nella stesura definitiva, e questo ha generato discussioni ed un dibattito tra le diverse Istituzioni, con l’Europarlamento che (come spesso accade) è sembrato essere nel suo complesso orientato a promuovere un atteggiamento più conseguente a sostegno delle pratiche ambientalmente preferibili (in questo caso, la riduzione dei rifiuti ed il loro riciclaggio). Meno coraggioso l’atteggiamento della Commissione, che si è mostrata più sensibile ai timori di alcuni settori dell’industria dei rifiuti, più vocati allo smaltimento, e di alcuni Paesi Membri, in particolare tra quelli dell’Allargamento ad Est, su obiettivi ambiziosi di riduzione e riciclaggio. Tuttavia, anche molti Paesi Membri hanno invece rilevato – di conserva con l’Europarlamento – contraddizioni e conflitti tra intenti dichiarati e strategie prefigurate per conseguirli, chiedendo lungo tutto il processo di definizione della Direttiva un atteggiamento più coraggioso da parte della Commissione, ad es. sulla formulazione degli obiettivi di riciclaggio.