Ai beni di seconda mano, ovvero all’”usato”, non si ricorre solo per motivi economici, cioè per risparmiare o per pagare meno ciò che non ci si può permettere di comprare nuovo di zecca. Innanzitutto si usano e riusano moltissime cose che altri milioni e miliardi di esseri umani hanno già usato e – almeno si spera – continueranno a usare: innanzitutto il pianeta Terra, i monti, il mare, i fiumi, le città, le case, ecc. Poi ci si serve, senza alcuna repulsione di cose strausate da altre persone, anche quando non siamo disposti a comprare niente di seconda mano: per esempio piatti e posate nei ristoranti, lenzuola e asciugamani negli alberghi, poltrone nei cinema, ecc. Infine, molti comprano cose usate non per risparmiare, ma per coltivare un particolare stile di vita, spesso pagandole di più di quanto farebbero se fossero nuove: oggetti di antiquariato o di modernariato, abiti e suppellettili “vintage”, libri rari, reperti archeologici, ecc. Ma le cose usate hanno spesso anche e soprattutto un valore affettivo, proprio per il fatto di essere state usate da qualcuno che ci è stato caro o che consideriamo importante.