(Tratto da “GSA Igiene Urbana” n.1, Gennaio-Marzo 2008)
Con questo numero, GSA Igiene Urbana compie dieci anni di vita. Un brindisi è d’obbligo!
Nato nel marzo 1998 come inserto del Giornale dei Servizi Ambientali, GSA ha assunto via via un ruolo sempre più significativo nel panorama della stampa di settore, ponendo al centro del proprio interesse le problematiche connesse con il trattamento dei rifiuti e lo spazzamento delle strade in un primo momento (anche sulla scia del Decreto Ronchi, che nel febbraio del 1997 vedeva la luce e andava a costituire il primo fondamentale “passaggio” normativo per giungere ad un modello di gestione efficace, efficiente, ambientalmente ed economicamente sostenibile), per poi ampliare il proprio orizzonte ad altre tematiche ambientali, sia pure mantenendo come baricentro per così dire “filosofico” la città. In virtù di questo ampliamento di orizzonti e di un buon successo decretato dai lettori e conseguentemente dagli inserzionisti, nel 2003 GSA Igiene Urbana è diventato testata autonoma, svincolandosi quindi da settori vicini ma non del tutto omogenei, per concentrarsi sull’ambiente urbano rivolgendosi ad un target di lettori meglio definito.
Il contesto urbano è quello in cui più forti si avvertono le tensioni dovute ad una gestione men che corretta della raccolta rifiuti o dello spazzamento, ma è anche il luogo in cui più forti si avvertono tutte quelle problematiche che vanno ad incidere significativamente sull’ambiente, dall’inquinamento atmosferico all’inquinamento acustico alla mobilità e così via, insomma sulla qualità della vita. Si stima che i tre quarti delle emissioni in atmosfera, responsabili dell’effetto serra, siano da ascrivere proprio alle grandi conurbazioni, ove si concentrano le principali fonti di inquinamento, dagli insediamenti industriali al traffico agli impianti di riscaldamento. È nelle grandi conurbazioni che più forti si avvertono le tensioni sociali, dovute alla immigrazione clandestina, alla più o meno diffusa mancanza di sicurezza e quant’altro. È ben noto, io stesso l’ho più volte ricordato, che i flussi degli investimenti si muovono verso direttrici che siano in grado di offrire qualità sociale, qualità ambientale e propensione all’innovazione, e dunque questo giornale ha scelto di occuparsi di qualità ambientale nella convinzione di poter fornire un sia pure modestissimo contributo al benessere generale.
Dunque GSA Igiene Urbana ha dedicato, in questi dieci anni di vita, ampio spazio anche a tematiche diverse da rifiuti e spazzamento, che rimangono un fondamentale punto di partenza e continuano a rappresentare la spina dorsale del giornale, ma che da sole non possono offrire un panorama sufficientemente completo dell’ambiente urbano, di quella “polis” che, non dimentichiamo, sta etimologicamente alla radice della stessa definizione di politica: politica ambientale, naturalmente, ma che oggi vuole dire in realtà politica nel senso più ampio del termine, come è dimostrato (se ne parla in altra parte del giornale) dai 192 paesi che hanno partecipato, nel dicembre scorso, alla Conferenza di Bali sui cambiamenti climatici.
Quaranta numeri di GSA Igiene Urbana hanno quindi spaziato su una ampiezza di argomenti notevole, ancorché tutti resi coerenti da un comune denominatore, la città.Naturalmente tutto ciò è stato reso possibile dalla collaborazione di uno straordinario gruppo di professionisti, tecnici, esperti, amici che hanno messo a disposizione di questo giornale tutto il loro sapere: ammonta a ben 80 nominativi l’elenco di coloro che hanno firmato articoli per GSA in questo decennio, e tra questi moltissimi nomi che appartengono al Gotha dell’ambientalismo, delle scienze ambientali, delle aziende pubbliche e private di igiene urbana e così via. Troppo lungo sarebbe elencarli tutti, e citarne qualcuno farebbe torto a tutti gli altri che, in maggiore o minore misura, hanno determinato il successo di GSA, quindi è a tutti gli 80 autori che va il ringraziamento dell’editore, della redazione tutta e mio personale: talvolta ho dovuto “inseguirli”, perché ognuno di essi, proprio per essere personaggi di chiara fama e competenza, è stato ed è super-impegnato; spesso mi sono trovato con l’acqua alla gola, pressato dalle esigenze dell’editore che doveva andare in stampa all’approssimarsi di eventi “strategici”, quali le fiere di settore (Ecomondo, SEP eccetera) e mancavano ancora dei “pezzi” che a mio avviso erano indispensabili; sempre ho dovuto raggiungere tutti con e-mail che dettavano i tempi, che richiamavano al rispetto delle scadenze, che in definitiva…rompevano le scatole: ma alla fine tutti si sono lasciati raggiungere e hanno dato il loro generosissimo contributo di competenza e capacità comunicativa. Grazie a tutti, il successo di GSA Igiene Urbana è anzitutto il Vostro successo!
In effetti, GSA si è affermato, lo dico senza tema di essere accusato di presunzione, come un periodico di riferimento per il settore in cui opera. Merito soprattutto degli autori, lo ripeto, ma merito anche di una impostazione editoriale che ha voluto evitare eccessi di tecnicismo per dedicarsi ad una divulgazione non banale ma estremamente lineare, esauriente anche se volutamente non esaustiva; merito di una impostazione grafica che ha cercato di rendere leggera la forma, facilitando la lettura e dando al prodotto editoriale un aspetto complessivo di grande piacevolezza; merito della decisione di inserire nel contesto del giornale una componente che potremmo definire culturale nel modo di occuparci dei temi in discussione, componente certo non accademica né “parruccona”, quella proposta da un fedelissimo collaboratore della prima ora, quel Guido Viale i cui scritti sono stati anche recentemente raccolti in un piacevolissimo volume dal titolo eloquente “La parola ai rifiuti, letture sull’aldilà delle merci”. Merito di una scelta aprioristica tesa a tenere ben distinti e separati i contenuti tecnici e scientifici dalla componente promozionale e pubblicitaria indispensabile alla sopravvivenza (GSA non vanta contributi di sorta da parte di chicchessia, e la sua indipendenza di giudizio è assicurata dalla indipendenza economica); merito dunque anche dell’industria di settore, che scegliendo GSA come qualificato veicolo dei propri messaggi, ne ha garantito questa sopravvivenza, senza mai cercare di condizionarne le scelte editoriali, ma anzi dimostrando di apprezzarne la scarsa o nulla attitudine al compromesso; merito della fortemente voluta lontananza da prese di posizione politiche di qualsivoglia colore, per rappresentare una vera e propria passerella a disposizione di opinioni anche a volte molto contrastanti e contrastate: una passerella non a-critica, ma sicuramente democratica; merito infine di una redazione estremamente paziente, che ha ben compreso le difficoltà insite nel coordinamento di un gruppo di collaboratori molto “sfuggenti” e quindi ha supportato il mio lavoro con grande efficacia.
Il secondo decennio della auspicabile lunghissima vita di GSA Igiene Urbana inizia, spiace dirlo, sotto i migliori auspici, dal punto di vista editoriale: purtroppo la gestione dei rifiuti nel nostro Paese è ancora molto lontana dall’avere raggiunto i risultati previsti dal Decreto Ronchi in materia di autosufficienza, la raccolta differenziata è ancora per metà del paese una chimera, il sistema tuttora più diffuso di smaltimento dei rifiuti rimane la discarica, gli ATO sono rimasti ipotesi di lavoro. L’igiene delle strade e delle aree pubbliche in generale, almeno nella grandi conurbazioni, lascia tuttora molto a desiderare: sporcizia, degrado, vandalismo, menefreghismo dei cittadini ma anche degli enti preposti non sembrano disponibili a rientrare in limiti accettabili o gestibili; l’inquinamento atmosferico è in crescita, abbiamo clamorosamente disatteso gli obiettivi del Protocollo di Kyoto in termini di riduzione delle emissioni, che ahimè sono aumentate in questi dieci anni; dipendiamo ancora pesantemente dalla importazione di energia e di combustibili fossili, mentre la produzione di energia da fonti rinnovabili, con l’eccezione dell’idroelettrico, è ancora in grave ritardo. Non riusciamo a sbloccare i processi decisionali relativi ai rigassificatori, che dovrebbero consentire una maggiore flessibilità e ripartizione dei rischi su fonti di approvvigionamento alternative; ricominciamo a parlare di nucleare, ma comunque ben sappiamo che parliamo di cose che nella migliore delle ipotesi potranno entrare in funzione tra dieci o quindici anni; viviamo anche un momento politicamente assai difficile, con un governo quotidianamente in bilico, legato com’è a maggioranze assai risicate e condizionato anche da atteggiamenti a volte di tipo oltranzista, relativamente alle problematiche ambientali, che sembrano prediligere i grandi disegni di là da venire a scapito delle cose che, magari con una visione più limitata ma non per questo disprezzabile, potrebbero fornire qualche valido contributo in tempi ragionevoli: a Bisanzio si discute del sesso degli angeli, ma intanto…insomma, la situazione generale del nostro Paese, dal punto di vista dell’ambiente, è estremamente critica.
Ecco perché ho detto più sopra che dal punto di vista editoriale il secondo decennio di GSA Igiene Urbana nasce sotto i migliori auspici: c’è ancora tantissima strada da percorrere, ed è una strada che va percorsa, perché ne va della nostra qualità della vita, ne va della nostra salute, ne va soprattutto della salute dei nostri figli e dei nostri nipoti, dai quali, come è stato detto, abbiamo avuto in prestito il pianeta. GSA Igiene Urbana si propone di accompagnare lungo questa strada tutti coloro che, a vario titolo, possono o devono contribuire a rendere più vivibile il nostro Paese, a garantire a noi e alla nostra progenie un futuro. Accompagnarli senza presunzione, ben cosciente dei propri limiti, ma certamente con il massimo dell’impegno e, come sempre, in modo disinteressato, senza compromessi, chiaro e lineare. Nella speranza che gli 80 collaboratori che ci hanno fatto crescere continuino a considerarci un valido strumento di comunicazione a supporto di coloro ai quali è demandata la responsabilità di costruire un Paese sempre più bello e vivibile.
Fortunato Gallico