Come ridurre, o eliminare, l’utilizzo dei sacchetti di plastica per la spesa. La Commissione europea ha lanciato una consultazione on line, rivolta a tutti i cittadini dei Paesi membri, per trovare insieme una soluzione all’uso sempre più smodato degli shopper.
L’obiettivo è quello di raccogliere opinioni e informazioni supplementari sugli impatti ambientali, sociali ed economici che potrebbero derivare da misure volte a ridurre l’uso di sacchetti di plastica e le misure per migliorare i requisiti di biodegradabilità cui alla direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e la visibilità del confezionamento di prodotti biodegradabili per i consumatori.
Sono interessati i cittadini e le parti interessate con interesse/competenza nella gestione delle borse di plastica e la biodegradabilità dei prodotti di imballaggio.
La consultazione su Internet è aperta fino ad agosto 2011.
Ogni anno il cittadino medio dell’Unione europea consuma circa 500 borse di plastica per la spesa, usandole quasi sempre un’unica volta. Il volume complessivo delle borse di plastica prodotte in Europa nel 2008 è stato di 3,4 milioni di tonnellate, pari al peso di più di due milioni di automobili. Il peso e le dimensioni ridotte delle borse di plastica fanno sì che sfuggano facilmente ai sistemi di smaltimento dei rifiuti e finiscano nell’ambiente marino, dove possono impiegare centinaia di anni per decomporsi.
Alcuni Stati membri hanno già adottato provvedimenti per ridurre l’uso delle borse di plastica: rendendole a pagamento, concludendo accordi con i dettaglianti e vietando certi tipi di borse; ma non esiste nessuna misura specifica a livello dell’Unione europea. Nel marzo 2011 i ministri UE dell’ambiente hanno discusso l’impatto ambientale delle borse di plastica per la spesa e le preoccupazioni emerse hanno evidenziato la necessità di un intervento efficace dell’UE.
Sulle buste di plastica l’Italia dà il buon esempio. Il nostro paese infatti è capofila in Europa nel rispetto dell’ambiente grazie al bando agli shopper in plastica entrato in vigore all’inizio dell’anno.
Dal 1° gennaio 2011 è infatti operativo il nodivieto di commercializzazione dei “sacchi per l’asporto delle merci” non biodegradabili disposto dalla Legge Finanziaria 2007 (art. 1 comma 1130 – Legge 27 dicembre 2006, n. 296 come modificato dall’art. 23, comma 21 – novies della legge 3 agosto 2009, n. 102). Il provvedimento intende incoraggiare la modifica delle abitudini di consumo dei cittadini, promuovendo una maggiore propensione al riutilizzo al fine ultimo di incidere sull’impatto che i sacchetti di plastica provocano sull’ambiente a causa dell’uso massiccio e delle modalità di smaltimento degli stessi.
Solo contenitori biodegradabili quindi in Italia, ma viene data agli esercizi commerciali la possibilità di esaurire le scorte a titolo gratuito per il cliente.
Fonte:Commissione europea
http://ec.europa.eu/yourvoice/consultations/index_it.htm
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/consultazione_web_shopper/