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Capitolati di gara e altro…

(tratto da: “GSA Igiene Urbana” n.4, Ottobre-Dicembre 2009)


A Daniele Fortini, Presidente di Federambiente e Amministratore delegato della società Asìa di Napoli, abbiamo chiesto di sintetizzare i termini del suo intervento alla tavola rotonda organizzata dalla nostra rivista (si veda pag 13 del numero 4 – Ottobre/Dicembre 2009) Riportiamo le risposte da lui fornite insieme ad alcune considerazioni che ci ha rilasciato in merito al suo impegno a Napoli. Poiché nel suo intervento sono chiamate in causa altri enti e Istituzioni, nei prossimi numeri GSA offrirà uno spazio anche alla loro osservazioni.


GV. La tavola rotonda si è svolta intorno a sei quesiti posti dai rappresentanti delle imprese fornitrici. Puoi sintetizzare in poche parole la posizione di Federambiente su ciascuno di questi punti? Il primo punto riguarda la separazione tra la gara per il telaio e quella per l’allestimento nelle gare per fornitura di mezzi.

D.F. Nello svolgimento delle gare le aziende pubbliche devono comportarsi come una qualsivoglia stazione appaltante della pubblica amministrazione e perseguire la massima convenienza, nel rapporto qualità/prezzo, negli acquisti. Le gare per l’approvvigionamento di telai sono opportune quando si ha necessità di importanti rinnovi della flotta cosicché la ricerca sul mercato si orienta sulle “case madri” per i telai, alla ricerca di maggiori economie e migliori servizi post vendita, distinguendo l’acquisto da quello delle attrezzature, per le quali la concorrenza è più ampia. Quando si procede all’acquisto di un esiguo numero di automezzi, invece, la gara di norma è unica.

GV. Poi è stato sollevato il problema del controllo sulla conformità al codice della strada dei capitolati tecnici relativi ai mezzi.

D.F. Nella stesura dei disciplinari tecnici di gara le aziende hanno l’obbligo di rispettare il Codice della Strada tenendo anche conto delle normative europee ambientali e, soprattutto, di tutte le norme per la sicurezza dei lavoratori che operano nella viabilità. A questo proposito Federambiente interagisce con il Ministero dei Trasporti segnalando le problematicità che, di volta in volta, possono presentarsi con la modifica di norme e dello stesso Codice della Strada.

GV. Poi veniva il tema del rispetto dei termini di pagamento previsti dal DL231 e dalla direttiva CE 2000/35.

D.F. I termini di pagamento imposti dalla legge vanno rispettati ed è buona pratica che le gare siano bandite quando ne è accertata la copertura finanziaria. Purtroppo può accadere che vi siano dilazioni talora dettate da problemi di cassa derivati dai ritardati trasferimenti dai Comuni alle aziende.

GV. E’ stata poi sollecitata la nomina di responsabili tecnici per le diverse sezioni dei capitolati in modo da garantire l’interlocuzione con le ditte concorrenti.

D.F. E’ abbastanza normale che, oltre al RUP, venga nominato il responsabile della fornitura e/o del servizio, solitamente persona molto qualificata e capace di verificare l’esatta esecuzione della fornitura. Per le imprese appaltatrici questa è una interlocuzione certamente importante. Nelle piccole aziende che appaltano forniture o servizi, tuttavia, può accadere che il RUP non sia affiancato da un esperto tecnico di altissima esperienza, ma l’interlocuzione con gli appaltatori è comunque assicurata.

GV. E’ stata lamentata la mancanza di adeguate verifiche della conformità delle forniture ai capitolati.

D.F. Per rispetto della legge, dei Capitolati Speciali d’Appalto e per contratto la stazione appaltante è tenuta a verificare, in sede di collaudo (anche preventivo) la corrispondenza della fornitura agli atti di gara ed alla normativa in essere.

GV. Infine è stato sollecitato un maggiore controllo sulla conformità alla normativa (TU sicurezza) dei veicoli usati che le aziende mettono in vendita.

D.F. Come ho detto sopra, la conformità alle norme di sicurezza è inderogabile e la stazione appaltante deve darne opportuna evidenza nei capitolati tecnici. Ovviamente, poi, ogni modifica delle norme che dovesse sopraggiungere richiede l’adeguamento degli automezzi e delle lavorazioni con l’opportuna formazione per gli addetti interessati.

GV. Puoi riprendere il tema della stretta finanziaria in cui si verranno a trovare nei prossimi mesi ed anni le aziende di igiene urbana?

D.F. La crisi economica che, dall’autunno del 2008, costringe le aziende di igiene ambientale alla restrizione degli investimenti e ad economie sempre maggiori nel ciclo di lavoro, non sembra essersi allentata nel 2009 e tutte le previsioni non consentono di guardare al 2010 con fiducia. La debolezza finanziaria dei Comuni è tale da costringere gli Enti Locali al taglio diffuso della spesa e quindi, anche alla riduzione degli stanziamenti per l’igiene urbana. Il fatto grave è che questo accade mentre, invece, è giustamente aumentata la richiesta sociale di maggiori e migliori servizi di gestione dei rifiuti i quali richiedono crescenti investimenti e più consistenti risorse per la gestione ordinaria. La forbice può ancora allargarsi nei prossimi mesi costringendo tutti a sacrifici per nulla lievi.

GV. Rispetto al tema centrale della tavola rotonda, come si deve configurare a tuo avviso il tavolo di confronto tra imprese fornitrici, stazioni appaltanti e Autorità di vigilanza per procedere nel modo più spedito ed efficace? E che tempi può avere la costituzione del tavolo?

D.F. Il tavolo di confronto è utile se si profila come occasione per dibattere problematicità ed individuare soluzioni di interesse generale. In questo senso è importante definirne l’ambito di riferimento cercando di evitare ogni possibile deviazione dall’ intendimento, condiviso, di procurare più trasparenza, più semplificazione, più equanimità nel comportamento di tutti gli attori “aventi causa”, siano esse le aziende appaltatrici che le imprese fornitrici. Penso, però, che il miglior lavoro che potrà essere svolto è quello in direzione dei “regolatori” pubblici (Ministeri in particolare, poi Autorità di Vigilanza) al fine di procurare norme più adeguate all’incontro di domanda ed offerta nel settore. Federambiente è pronta ad allestire il tavolo ed a corrispondervi una presenza qualificata e autorevole.

GV. Concludendo con il tuo impegno in Asìa, come valuti i risultati raggiunti in un anno dal Comune di Salerno nella RD? E perché a Salerno sì e a Napoli no?

D.F. Del lavoro svolto in ASIA sono abbastanza soddisfatto se tengo conto di quello che era l’azienda soltanto 17 mesi fa. Quando sono arrivato a Napoli (marzo 2008) ASIA era considerata in ogni ambiente responsabile (Commissariato, Governo, Regione e Comune) un limite e un impedimento allo sviluppo delle buone pratiche. Quella reputazione era dovuta all’oggettiva reticenza che l’azienda aveva dimostrato negli anni precedenti cavalcando l’alibi dell’emergenza per giustificare le proprie inadempienze (specialmente sulle raccolte differenziate). In 15 mesi ASIA ha costruito una solida collaborazione con il Comune e con il Sottosegretariato che ha permesso di raggiungere (a ottobre 2009) il 21,4% di raccolta differenziata (a ottobre 2007 era all’11% e nel 2008 al 14%) servendo oltre 150.000 abitanti con il porta-a-porta (più di quelli di Salerno che sono circa 145.000) e di ottenere l’affidamento della realizzazione del futuro termovalorizzatore di Napoli Est, la gestione di una discarica da 5 milioni di metri cubi (messa in sicurezza del territorio mentre crescono le RD) e due impianti STIR (Giugliano e Tufino) per la tritovagliatura dei rifiuti. Insomma: ASIA migliora significativamente nelle RD e ottiene (finalmente) una dotazione industriale impiantistica di tutto rispetto.
Questo l’abbiamo ottenuto senza coinvolgimenti politici, senza ammiccamenti ai poteri obliqui, senza assumere un solo dipendente in più (anzi, l’esodo in 17 mesi è stato di 103 lavoratori), senza clientele, affarismi, premi ed incentivi.
Di questo sono orgoglioso, perché penso di aver contribuito all’avviamento di una nuova fase della vita aziendale. Certo restano in piedi tutte le distorsioni delle aziende pubbliche (inefficienza, costi esagerati, ipersindacalizzazione, scarso management ecc.) ma ASIA si mantiene, comunque, un presidio di legalità in terra ostile.
Il mio rammarico maggiore è quello di non essere (ancora) riuscito a creare un feeling con la Regione e con l’assessorato di competenza in particolare. Avremmo potuto moltiplicare per cento i risultati se soltanto la nostra collaborazione fosse stata più solida. Tant’è.

Salerno ha costruito ottimi risultati (anche se occorre capire quanto materiale è effettivamente riciclabile tra quello raccolto in modo differenziato e, soprattutto, quali costi richiede il servizio) e merita l’apprezzamento di tutti. Napoli, però, è una conurbazione di 3,2 milioni di abitanti con un tasso di disoccupazione superiore al 25% e una densità di popolazione per kmq che è la più alta d’Europa (8.550 ab/kmq). Mettiamoci tutti i fattori deprimenti (degrado urbano, camorre varie, sfiducia, collasso delle istituzioni, classi dirigenti stanche, senso civico labile, bassi redditi, lavoro nero ecc) e il mix non produrrà ottimismo (con buona pace del Governo), ma un esplodente instabile.
Riuscire a cogliere il 20% di raccolta differenziata a Napoli e in soli 14 mesi (da luglio 2008 a oggi) è un risultato eccezionale (Venezia è al 21%, Genova al 23%, Roma, Palermo e le grandi città del sud…lasciamo perdere).
105.000 tonnellate di rifiuti partenopei (la produzione totale di rifiuti di Salerno per un anno e mezzo) sono andate al riciclo, anziché in discarica, ma questo non  lo si dice o non lo si esalta quanto i risultati di Salerno.
Penso e non credo di sbagliare, che Napoli possa togliersi dai guai (almeno nella gestione dei rifiuti) con le proprie energie, le proprie istituzioni e la propria gente.
In questo percorso, ASIA  deve essere un perno insostituibile.

Guido Viale

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