Criteri semplici ma rigorosi, equi e verificabili. È a partire da questa impostazione che si può costruire un sistema di tariffazione commisurata alle quantità e qualità dei rifiuti effettivamente conferiti che consenta di applicare concretamente in Italia il principio comunitario “chi inquina paga”. È stato questo uno dei temi al centro di un dibattito sulla tariffa puntuale che si è tenuto il 25 settembre a Roma e nel corso del quale il direttore di Federambiente, Gianluca Cencia, è intervenuto sottolineando che un sistema tariffario basato su un’impostazione incentivante di misurazione principale del rifiuto residuo e su criteri per quanto possibile semplici può contribuire a favorire lo sviluppo di una gestione industriale del settore, rendere più trasparente il servizio e responsabilizzare tanto le istituzioni e le imprese di gestione quanto i cittadini.
“Il sistema Federambiente – sottolinea Cencia – sta lavorando attivamente su questo fronte. Diverse aziende associate hanno già realizzato esperienze importanti, alcune delle quali sono state messe a confronto in un seminario organizzato la scorsa primavera dalla Federazione, che ha poi avuto modo, a maggio, di presentare le sue proposte in materia alla commissione Ambiente della Camera. E l’impegno prosegue e si approfondisce con la costituzione di un apposito gruppo di lavoro sulla tariffa puntuale che sta mettendo a punto le nostre proposte sulla definizione e sull’articolazione della tariffa, sui costi e il piano economico e finanziario e sui sistemi di misurazione. Un’efficace gestione dei rifiuti – conclude il direttore di Federambiente – necessita di un quadro di stabilità, chiarezza normativa e coerenza con il dettato europeo fuori della logica della tassa ma fermamente ancorato alla logica del corrispettivo per il servizio prestato, la sola che può consentire a un sistema imprenditoriale di programmare e crescere”.