(Tratto da “FMI, Facility Management Italia” n.2, Novembre 2008)
L’e-Facility, il Facility Management “digitale”, potrebbe rappresentare un nuovo modello organizzativo strategico per lo sviluppo e l’evoluzione del mercato dei servizi integrati. L’articolo ne illustra i concetti e le caratteristiche base, così come le possibilità applicative e i fattori di criticità nel mercato italiano, auspicando la promozione di mirati “progetti pilota” settoriali di ricerca e sperimentazione da parte delle imprese operanti nella filiera.
La tecnologia digitale
Quando si fa riferimento al fenomeno digitale, istintivamente viene da pensare a qualcosa che ha a che fare con applicazioni innovative dell’elettronica.
Il DVD (Digital Versatile Disk) dell’impianto TV è un lettore audio-video digitale; il CD (Compact Disk) dell’impianto stereofonico è un lettore audio-digitale; il telefono cellulare di nuova generazione è un sintetizzatore digitale; la telecamera senza nastro un registratore digitale. Se si pensa che questi quattro “oggetti” sono tecnologia alla portata dell’utente comune, si può capire quanto oggi la digitalità sia pervasiva del nostro modo di vivere. Infatti, è possibile acquisire immagini e suoni con una telecamera, aggiungervi dei testi, registrarli su un supporto digitale e infine spedirli ad un cellulare di terza generazione in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi momento. E’ possibile manipolare testi, immagini e suoni con capacità che prima d’ora erano possibili solo con l’impiego di attrezzature sofisticate.
Se questa osservazione è quella che risulta più immediata, senza dubbio si tratta di un modo superato di analizzare il fenomeno digitale.
Il termine digitale deve oramai più correttamente venire associato al concetto di capacità di trattamento di entità digitali, e, la caratteristica fondamentale di questa capacità è la velocità.
Non significa, quindi, tanto il fatto straordinario di trattare dati ed informazioni in un modo diverso ed innovativo, quanto piuttosto il modo con il quale questo trattamento viene realizzato attraverso l’adozione di tecnologia digitale: l’interattività. Questa è la possibilità di collegarsi con un’altra persona e condividere insieme, contestualmente, le stesse informazioni senza limiti di spazio né di tempo.
L’importanza della digitalità degli apparecchi di cui si è detto sta infatti nella velocità di trattamento di quantità, ubiquità e qualità delle entità digitali gestite: voce, dati, immagini e suoni.
Le sue caratteristiche
Si tenterà di seguito di descrivere brevemente le caratteristiche del modo di trattare le entità della tecnologia digitale. Ma nel percorrere questa strada, occorrerà tenere bene a mente il presupposto che sta alla base della scelta di queste caratteristiche, e non di altre, che è quello della espansione costante in termini di incremento del valore che esprime la loro grandezza. Tutte le caratteristiche, infatti, hanno in comune un fenomeno moltiplicativo della capacità tecnica di gestire valori crescenti della loro entità.
- La quantità digitale
Prima di tutto “digitale” significa un processo incrementale di capacità di calcolo che sembrerebbe inesauribile. Nel 1965 F. Moore, uno dei fondatori della Intel Corporation, affermò che la capacità di calcolo e di memoria dei circuiti integrati (microchip) sarebbe raddoppiata ogni 18 mesi. La stessa società ha dichiarato recentemente di prevedere, per il 2009, la produzione di microprocessori contenenti più di un miliardo di transistor da 30 nanometri, cioè piccoli 30 miliardesimi di metro, operanti a velocità vicine ai 20 gigahertz e con meno di un volt di elettricità. Questo significherà ancora maggiore potenza, minore dimensione e minore consumo di energia quindi la possibilità di applicazioni che oggi non è nemmeno possibile immaginare.
La velocità di elaborazione in se non ha poi un significato così determinante se non viene associata alle conseguenze che questa comporta. La prima, sostanziale, è la quantità di informazioni gestite. Al crescere della capacità di calcolo dell’elettronica cresce la quantità di unità digitali che è possibile trattare nell’unità di tempo.
Ecco pertanto che il primo requisito fondamentale della digitalità sta nella quantità progressivamente crescente di informazioni gestite.
- La qualità digitale
La digitalità, inoltre, è la possibilità, che la tecnologia offre, di gestire quantità enormi di informazioni caratterizzate da una elevata qualità, in tutti i momenti che vanno da quello della acquisizione a quello della loro restituzione. La qualità digitale è una caratteristica che deve essere intesa nella sua accezione più importante. è evidente il vantaggio di qualità che esiste nella restituzione dell’immagine dei televisori. Il televisore che riceve il segnale digitale restituisce le immagini con una qualità sei volte superiore rispetto a quello che riceve il segnale tradizionale.
- La velocità digitale
Una ulteriore caratteristica della digitalità è la velocità. Facendo riferimento alla sola trasmissione via cavo, passando dal doppino telefonico, al coassiale ed infine alla fibra ottica, la portata – che misura la quantità di bit1 per secondo che transitano nel cavo – è aumentata di circa 5.000 volte e presto questo valore sarà ulteriormente raddoppiato.
In tutti i sistemi, l’aumento della qualità e della velocità di trattamento delle informazioni ha significato un costante contributo al miglioramento dell’attività di governo. Basti considerare, che la stessa qualità della necessità informativa può essere ottenuta con una dimensione minore in termini di quantità di informazioni o, ed è lo stesso, che la stessa informazione se non una migliore (per esempio la situazione di un conto corrente) può essere raccolta anche più volte al giorno piuttosto che una tantum. Seguendo questo esempio, è evidente che la qualità e la velocità delle informazioni influenzano in modo diretto le capacità di flessibilità e reattività dell’uomo.
- L’ubiquità digitale
L’ultima caratteristica della digitalità, quella che sta divenendo la più importante, è l’ubiquità. Questa ulteriore caratteristica (per la quale, banalmente, è possibile inviare una fotografia appena scattata, in modo completamente indipendente dalla localizzazione) apre la strada ad un discorso ampio che è quello della connettività. La connettività digitale, ossia la comunicazione interattiva di informazioni tra persone e sistemi, comporta la virtualità dell’ubiquità. Lo spazio ed il tempo digitale diventano distribuiti e delocalizzati, presenti ed assenti contestualmente in ogni istante. Se non ci fosse un problema di dimensione temporale di riferimento, si potrebbe tranquillamente prevedere un universo di interconnessioni digitali alter ego di quello delle interconnessioni fisiche, che verrebbe soppiantato fino al limite della stessa necessità dell’interferenza umana per il governo di tutti i sistemi.
L’universo di interconnessioni digitali ha comunque già realizzato il suo sistema linfatico nella rete Internet, la rete mondiale di computer interconnessi. Fino a pochi anni fa la diffusione della tecnologia elettronica determinava effetti che investivano il carattere commerciale dei suoi utilizzi. Internet, invece, ha significato un cambiamento totale di questi effetti nella creazione di nuove forme di organizzazione sociale. Queste derivano dall’esistenza di un mondo digitale virtuale, definito cyberspazio, che consente capacità di comunicazione del pensiero collettivo a crescita esponenziale.
La crescente capacità di comunicazione apre un problema che solo apparentemente può sembrare tecnico e consiste nella necessità di capire “cosa” si connette e “chi”.