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I must del formulato vincente: semplicità, e tanta qualità

Anche l’universo dei prodotti chimici manuali è in evoluzione: cresce il consumo dei prodotti concentrati ad uso quotidiano in un’ottica di risparmio ma anche di riduzione dell’impatto ambientale. Vediamo allora quali sono le caratteristiche principali per meglio orientarsi nella scelta dei prodotti.


Non è immediata e netta la classificazione fra prodotti da utilizzare con l’ausilio di macchine (monospazzole, lavasciuga, shamponatrici ecc) e quelli che si utilizzano manualmente. Spesso gli stessi formulati sono utilizzabili in entrambi i modi.
Più corretto è identificare i prodotti per gli interventi di fondo e quelli invece per le operazioni ordinarie. Fra questi ultimi possiamo ancora distinguere i formulati da utilizzare diluiti in acqua da quelli cosiddetti pronti all’uso.

Il fatto che possano essere utilizzati manualmente, cioè con sistemi che non prevedono l’ausilio delle macchine e che siano utilizzati normalmente per rimuovere gli sporchi giornalieri determina caratteristiche comuni che possiamo così classificare:

innanzi tutto sono normalmente prodotti per i quali non sono richieste etichettature con simboli di pericolo, se non quello di IRRITANTE; si tratta infatti prevalentemente di formulati con pH neutro o debolmente acido od alcalino che non possiedono componenti particolarmente aggressive verso i vari tipi di sporco.

Un’altra caratteristica comune è data spesso dal basso tenore di residui che consente di non effettuare il risciacquo dopo il lavaggio; si tratta di una caratteristica particolarmente importante che viene spesso coadiuvata dall’utilizzo di strumenti (panni, mop, frange) fatti con materiali di ultima generazione che aiutano il detergente nella rimozione dello sporco. Particolarmente efficace è l’uso dei panni in microfibra che rimuovono in profondità lo sporco senza danneggiare le superfici.

I formulati di uso quotidiano poi, sono normalmente dotati di gradevoli e persistenti profumazioni: il profumo, infatti, in un ambiente viene sempre recepito come indicatore di pulizia, anche se non è strettamente correlato alla vera igiene delle superfici. Si sfrutta pertanto la profumazione come strumento per far apprezzare il prodotto e, a volte si tende a valutare la bontà del formulato più per la sua profumazione che per gli effettivi esiti di pulizia.
Il profumo, oltre ad essere buono e persistente, deve poter essere anche cambiato: si innescano infatti, nelle persone, dei processi di assuefazione ai vari profumi che, dopo un certo tempo, non permettono più all’organismo di percepirli. Una linea completa di prodotti di manutenzione ordinaria deve pertanto prevedere molte varianti di profumazione in modo che si possa alternarne l’uso sull’appalto per mantenerli percepibili.

Negli ultimi anni e, soprattutto nel corso del 2009 abbiamo riscontrato due tendenze nel mercato che potrebbero sembrare in contraddizione fra loro, ma che possono essere invece interpretate e, forse, corrette.
Abbiamo certamente riscontrato una tendenza alla riduzione dei costi che ha portato il mercato ad orientarsi sempre più verso l’acquisto di prodotti economici. Allo stesso tempo è cresciuta la richiesta di prodotti confezionati in contenitori più piccoli (flaconi da 2 litri, da 1 litro o da 750 ml) a discapito delle taniche da 5 o 10 litri che ovviamente prevedono successivi travasi da parte degli operatori.
Il fenomeno si spiega da una parte con la necessità di ridurre i costi e dall’altra con la necessità di semplificare le operazioni degli operatori (che in un’impresa significa nuovamente ridurre i costi).
Ma forse vale la pena chiedersi se è stata perseguita la strada migliore.

E’ necessario a questo punto fare una piccola riflessione:

da uno studio fatto dalle principali imprese di servizi italiane si evince che i costi diretti per prodotti chimici, ammortamento macchine, attrezzature e altri materiali di consumo si stimano attorno al 5,5% del totale dei costi. Di questo 5,5% possiamo stimare un 2% di costo per il prodotto chimico.
Le caratteristiche dei prodotti sopra citati sono solo una parte (quella comune) fra quelle valutabili e caratteristiche di un prodotto di qualità. Sarebbe possibile, ma qui troppo lungo, elencarne molte altre per ogni tipologia. Questo per sottolineare che esistono grandi differenze tecniche fra i prodotti presenti sul mercato e queste determinano differenti livelli di prezzo, certamente, ma anche e soprattutto differenti livelli di risultato.
Orientare la scelta verso prodotti economici vuol spesso dire scegliere componenti di secondo ordine che determinano sicuramente un abbattimento di quel 2% di costo per prodotti chimici, ma che determinano anche un incremento del costo della manodopera che però rappresenta l’85% dei costi oppure una inevitabile riduzione della qualità del servizio.
Vale la pena chiedersi cosa può costare di più all’impresa: effettuare un lavaggio in più perché ad esempio il prodotto ha lasciato residui sulla superficie o acquistare un prodotto migliore?

Tuttavia le imprese hanno la necessità di mantenere i propri standard qualitativi, anzi cercano costantemente di migliorarli per meglio competere sul mercato.
Ma in che modo, alla luce di quanto detto, è possibile mantenere la qualità soddisfacendo comunque le esigenze di contenimento dei costi?
La soluzione (per quanto riguarda i formulati di detergenza) sta nell’adozione dei veri prodotti superconcentrati.
Si tratta semplicemente di acquistare e di far viaggiare meno acqua, meno plastica e meno imballi in generale.
Solo in questo modo è possibile ottenere risparmi importanti, migliorare l’impatto ecologico e, contestualmente mantenere alti livelli qualitativi.
Per orientarsi a questi formulati è bene conoscere il rapporto fra l’attivo contenuto nel prodotto standard e quello del prodotto normale corrispondente. Quanto maggiore è la concentrazione della parte attiva, tanto maggiore sarà il risparmio per l’acquirente.
È necessario non farsi trarre in inganno da chi vanta concentrazioni irreali della parte attiva rispetto al prodotto corrispondente. Facciamo un esempio: se il prodotto è
un pronto all’uso per la pulizia generale degli arredi che ha un attivo pari al 25%, lo stesso formulato è venduto anche nella versione concentrata 3 volte, con un attivo pari al 75% e, una volta diluito con due parti di acqua, si ottiene lo stesso prodotto normale con un risparmio medio del 30%.

I prodotti per le pulizie ordinarie sono quelli di maggior consumo e sono quelli che meglio si prestano ad essere prodotti nelle versioni concentrate.
Per stimolare la diffusione di questi prodotti è necessario affiancarli a sistemi di dosaggio semplici ed efficaci. Il prodotto concentrato, infatti, più ancora di quello normale necessità di una corretta diluizione e di sistemi che consentano di evitare sprechi, senza però vincolare gli utilizzatori a comportamenti complessi e di difficile gestione.
Semplicità e qualità sono pertanto le armi per affrontare il mercato in modo sempre più competitivo.

*Matteo Marino

*Direttore commerciale Gruppo Kemika

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