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Grande successo per FORUM FACILITY 2024

FORUM FACILITY 2024: 459 partecipanti e 40 relatori per un nuovo paradigma del facility management. GSA è stata media partner ufficiale dell’evento.

Si è conclusa oltre le aspettative la due giorni romana di Forum Facility, svoltasi il 3 e 4 dicembre presso l’Auditorium Antonianum.  In un panorama in continua evoluzione, il Forum Facility ha riunito 459 professionisti e oltre 40 relatori per due giornate intense di dibattiti e approfondimenti. Un evento che ha offerto uno sguardo privilegiato sulle dinamiche del Facility Management, compresi i temi relativi all’energy e alla transizione ecologica nel suo complesso, approfonditi grazie alla collaborazione con Assistal, partner strategico dell’evento. Focus anche sulle sfide imposte dal nuovo Codice degli Appalti, fino alla sicurezza sul lavoro e alla qualificazione professionale.

La presenza delle istituzioni Novità assoluta di Forum Facility è stato l’intervento delle istituzioni, che hanno dimostrato interesse e disponibilità al dialogo sui temi chiave per il settore, sotto l’aspetto normativo e per quanti concerne sicurezza e formazione. Si sono susseguiti i contributi dell’Eurodeputato Isabella Tovaglieri, membro della Commissione ITRE (Industria, Trasporti, Ricerca ed Energia), del Sen. Maurizio Gasparri, del sen. Massimo Garavaglia, Presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro e gìà Viceministro dell’Economia e delle Finanze e Ministro del Turismo, dell’on. Umberto Maerna, Commissione Attività Produttive e Commissione di inchiesta per la sicurezza sul lavoro, l’on. Massimo Milani della Commissione Ambiente.

Le tre lectio magistralis Le tre lectio magistralis che hanno arricchito l’evento sono state momenti di grande ispirazione e riflessione, grazie alla presenza di figure di spicco nei loro rispettivi ambiti. Mario Cucinella, Architect & Founder di MCA – Mario Cucinella Architects, ha offerto una visione illuminante sull’architettura sostenibile, sottolineando il suo ruolo cruciale nella costruzione di un futuro più equilibrato e resiliente. Giulio Sapelli, Economista di fama internazionale, ha portato un’analisi profonda del contesto economico e sociale globale, evidenziando le sfide di questi tempi. Infine, Enrico Giovannini, docente del Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma “Tor Vergata”, ha concluso i lavori con un intervento che ha unito economia e transizione.

 Un’apertura all’insegna di tecnologia e sostenibilità La prima giornata del Forum Facility si è aperta con un focus su tecnologie innovative e sostenibilità, delineando il ruolo chiave del settore nell’affrontare le sfide climatiche e ambientali. La transizione ecologica nel settore del facility management, con particolare attenzione all’integrazione tecnologica e all’efficientamento energetico, presenta diverse opportunità e sfide. L’adozione di tecnologie come il Building Information Modeling (BIM) e i sistemi di automazione (BACS) permettono una gestione più efficiente e sostenibile degli edifici, migliorando il monitoraggio e la manutenzione predittiva​. Le soluzioni digitali consentono di ottimizzare l’uso delle risorse e di ridurre i consumi energetici​. Interventi di ristrutturazione e modernizzazione, in linea con la direttiva europea EPBD, puntano alla riduzione dei consumi attraverso il miglioramento delle prestazioni degli impianti e delle infrastrutture edilizie​. L’obiettivo europeo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 spinge verso l’uso di fonti rinnovabili e la transizione a tecnologie più verdi​. Tuttavia, la transizione richiede investimenti significativi per l’ammodernamento degli edifici e l’adozione di nuove tecnologie e molte aziende trovano difficoltà a bilanciare costi iniziali con benefici a lungo termine​. Oltre all’efficienza energetica, è fondamentale considerare la sicurezza, specialmente in relazione a eventi climatici estremi e rischi sismici​. L’introduzione di nuove tecnologie richiede competenze specializzate. La mancanza di personale adeguatamente formato può rallentare l’adozione​ e l’apparato di norme e regole complesse con differenze tra Paesi ostacolano una transizione uniforme a livello europeo.​ Su questi temi sono intervenuti massimi esperti ed accademici, tra cui Massimo Comparini, Managing Director della Space Business Unit di Leonardo S.p.A., che ha sottolineato l’importanza delle tecnologie spaziali per un mondo ecosostenibile. “Oggi, senza le tecnologie spaziali, non potremmo concepire un mondo ecosostenibile. Domani si lancerà un satellite del programma Copernicus che osserverà la Terra dall’alto: le informazioni raccolte ci permetteranno di comprendere dinamiche globali e monitorare ciò che accade su scala locale. Generiamo una quantità esponenziale di dati da cui estrarre informazioni utili per la gestione del territorio.” Comparini ha evidenziato il ruolo della divisione spazio nel combinare tecnologia spaziale e digitale. Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, ha affrontato il tema dell’efficienza energetica, sottolineandone la complessità. “L’efficienza energetica è difficile da misurare: si potrebbe quantificare il risparmio e mostrarlo in bolletta. Per quanto riguarda i prezzi del gas, rimangono molto alti, ma possono salire e scendere. Sarebbe necessario incrementare la produzione di gas a livello locale, considerando che una parte significativa del metano arriva da luoghi lontani come il Texas.” Gian Luca Gregori, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche e Presidente di Webuild, ha parlato dell’importanza di collegare i dati e le tecnologie digitali alla strategia di sostenibilità aziendale. Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, ha affrontato il tema della decarbonizzazione, evidenziando le sfide legate ai costi dell’energia. “In Italia produciamo energia elettrica a 105 euro per megawattora, un costo significativamente più alto rispetto a paesi come Germania, Spagna e Francia. Questo rischio potrebbe portare alla perdita di un pezzo significativo del nostro tessuto industriale. La decarbonizzazione è un processo complesso sia in termini di tecnologie che di costi, ma la direzione è chiara: dobbiamo puntare sulle rinnovabili, come solare e idroelettrico. Tuttavia, si fa troppo poco per raggiungere questi obiettivi”. Vittorio Chiesa, docente della POLIMI Graduate School of Management, ha evidenziato le difficoltà che le aziende incontrano nell’adozione di tecnologie sostenibili.

Seconda giornata: nuove regole e opportunità nel facility management Il secondo giorno ha acceso i riflettori sulle opportunità e i nodi critici derivanti dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) e dal correttivo in inter di discussione ed approvazione. Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha aperto la sessione evidenziando l’importanza della trasparenza e della qualità come pilastri fondamentali per misurare il successo degli appalti pubblici. Ha inoltre sottolineato come la digitalizzazione possa diventare uno strumento essenziale per semplificare e velocizzare le procedure, garantendo al contempo una concorrenza leale. Tra gli argomenti trattati, grande attenzione è stata dedicata al dialogo competitivo, strumento chiave per rispondere a necessità complesse ma non privo di difficoltà operative. Le clausole sociali e l’internalizzazione dei servizi, pur perseguendo finalità di inclusione e stabilità occupazionale, pongono sfide significative, in particolare per le PMI. Parallelamente, il correttivo al Codice introduce incentivi alla digitalizzazione, strumenti avanzati come il BIM e nuove tutele sociali, ma lascia irrisolte alcune problematiche burocratiche e formative che rallentano l’attuazione delle norme. Clelia Vitocolonna, Responsabile dell’Assistenza Legale Energy Building Management presso CONSIP S.p.A., ha discusso il tema del nuovo Codice degli Appalti, evidenziando come questo strumento abbia portato significativi vantaggi per le stazioni appaltanti. “Il nuovo codice – ha spiegato – accelera e semplifica le procedure, grazie a strumenti che garantiscono la correttezza delle azioni. Questo consente di concentrarsi su ciò che conta davvero: il risultato. Definire regole chiare permette di velocizzare le procedure di affidamento e favorire la concorrenza leale.” Tuttavia, Vitocolonna ha anche sottolineato alcune criticità, come la complessità nella gestione dell’equivalenza delle tutele, che richiede un notevole impegno. “I criteri premiali possono aprire a contrasti, e la trasparenza non si limita alla conoscenza degli atti, ma impone un onere motivazionale che porta a valutare ogni aspetto, rendendo il processo più oneroso.” Marco Pantera, Direttore della Centrale Acquisti di ARIA S.p.A. Lombardia, ha posto l’attenzione sulla digitalizzazione introdotta dal nuovo Codice degli Appalti. “Il Codice attribuisce grande importanza alla digitalizzazione. Da quasi un anno ci si concentra sulla raccolta corretta delle informazioni, per garantirne la trasparenza e agevolarne la circolazione,” ha spiegato. Tuttavia, Pantera ha evidenziato alcune difficoltà fisiologiche, legate alla necessità di adeguare le infrastrutture. “Le piattaforme centrali offrono enormi benefici, ma rappresentano anche un punto critico: se un anello della catena non funziona, tutto il sistema rischia di crollare. È fondamentale lavorare per supportare gli operatori attraverso la formazione, chiarire gli obiettivi e rafforzare la cooperazione con i creatori delle piattaforme centrali.” Infine, Massimiliano Brugnoletti, dello Studio Legale Brugnoletti & Associati, ha offerto un confronto tra il precedente Codice degli Appalti e quello introdotto nel 2023. “Le direttive di base sono le stesse, ma i due codici riflettono filosofie molto diverse. Il vecchio sistema era rigoroso e formale, mentre quello nuovo dà priorità alla stazione appaltante,” ha affermato. “Questo cambiamento avvicina maggiormente il Codice al mondo imprenditoriale, con regole che mirano a essere funzionali al risultato.” Alla voce degli esperti e della committenza si è aggiunta quella delle aziende, che hanno sottolineato opportunità ed esigenze rispetto al codice dal punto di vista degli operatori del mercato.

Chiusura dedicata a sicurezza sul lavoro e qualificazione professionale Il terzo e ultimo panel del Forum è stato dedicato alla sicurezza sul lavoro e alla qualificazione professionale, due temi centrali per il futuro del facility management. La sicurezza è regolata dal D.Lgs. 81/2008, che impone obblighi stringenti per datori di lavoro, dirigenti e preposti. Le clausole sociali introdotte nel nuovo Codice degli Appalti rafforzano ulteriormente le tutele, vincolando le aziende a garantire condizioni di lavoro sicure e stabili. Tra gli strumenti principali per la sicurezza figurano il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), procedure operative standard, sensori IoT per il monitoraggio in tempo reale e tecnologie avanzate per la prevenzione degli incidenti. L’importanza della qualificazione professionale è stata ampiamente discussa, con un focus sulla necessità di standardizzare le competenze attraverso percorsi certificati, per uniformare i livelli qualitativi e garantire la sicurezza in ambienti operativi complessi. Le certificazioni professionali sono percepite come un vantaggio competitivo nelle gare d’appalto, dove la qualificazione del personale è sempre più richiesta. Investire nella formazione contribuisce a valorizzare il capitale umano, migliorando motivazione e fidelizzazione. In un settore ad alta intensità di manodopera come il facility management, la qualificazione rappresenta un pilastro per affrontare le sfide operative e tecnologiche del futuro. Tra gli interventi Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL NAZIONALE, sulla necessità di investire in sicurezza: “Le imprese che investono in sicurezza e salute sul lavoro sono più competitive. L’investimento nella formazione deve iniziare nelle scuole, incominciando dai ragazzi, che un domani saranno nuovi lavoratori, per sensibilizzarli sul significato della sicurezza. Servono anche più ispettori, più medici del lavoro, più tecnici: qualcosa si sta muovendo. Bisogna incrociare i dati e investire nelle nuove tecnologie, per creare infine le condizioni perché ci sia una maggiore assunzione di responsabilità negli ambienti lavorativi”. Mauro Lusetti, Presidente di Conad, ha posto l’accento su prevenzione e formazione: “Nelle misure di prevenzione ci sono due questioni di carattere generale. La prima riguarda il tema della rappresentanza: noi oggi siamo di fronte a una realtà che non ha una legge della rappresentanza, una mancanza che crea il fenomeno dei falsi contratti. La seconda questione è quella relativa alla lotta durissima ai contratti al massimo ribasso, soprattutto quelli che sono previsti dai bandi pubblici. Dobbiamo creare delle condizioni generali che siano in grado di mettere in condizioni le imprese di agire, sennò si caricano di responsabilità a cui non danno seguito. Il grande tema è la formazione: le persone devono essere oggi più di ieri inserite in un percorso di formazione continua”. Letizia Paganino, Ispettore INL,  ha parlato dell’iter della formazione in outsourcing, a cui ha fatto seguito Matteo Nevi di Assosistema evidenziando l’aumento delle malattie professionali come sintomo di come sia gestita la prevenzione. Ha posto poi l’attenzione sul fatto che nel settore fare cultura è sempre importante e deve andare in parallelo alla formazione.

Verso il futuro del facility management Forum Facility ha offerto una panoramica completa delle trasformazioni in atto nel settore. Dai dibattiti sono emerse priorità imprescindibili, da portare all’attenzione delle istituzioni e da perseguire in tavoli di dibattito interassociativi. Con il successo di questa edizione, il Forum Facility assurge ad appuntamento di riferimento, capace di promuovere un dialogo costruttivo tra i principali attori del settore e delineare percorsi condivisi per un futuro più sostenibile e innovativo. Il nostro racconto di questi giorni intensi non finisce qui ma i vari temi trattati saranno oggetto di ulteriore sviluppo attraverso la voce di altri protagonisti.

 

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