La tarma dei tessuti (Tineola bisselliella) può infestare gli alberghi, trovando un ambiente ideale in cuscini, biancheria, tende e asciugamani conservati negli armadi. Le larve si nutrono non solo di abiti e tappeti ma anche di questi tessuti, causando danni significativi. Conosciamola più da vicino.
di Lorenzo Donati
Questi infestanti sono definiti cheratofagi perché possiedono l’inusuale capacità di digerire la cheratina e nei soli Stati Uniti d’America sono responsabili di danni stimati intorno al miliardo di dollari all’anno. In realtà parlare di tarma dei tessuti è riduttivo dal momento che la larva può attaccare una grande quantità di materiali: qualsiasi prodotto di origine animale (piume, penne, pelle, pelliccia, carne, sangue, insetti essiccati, ecc.), mangimi, cereali in granella (orzo, mais), farine animali e vegetali, cotone, lana, capi di abbigliamento e tappeti. Inoltre, le fibre sintetiche non sono completamente immuni da attacchi, in particolare se sono intrise di attrattivi come il sudore, frammenti di cibo o lieviti. I danni sono provocati dalle larve (gli adulti non hanno un apparato boccale sviluppato e non si nutrono) e appaiono come buchi dalla forma irregolare oltre alla creazione di bozzoli sericei contenenti notevoli quantità di pellet fecali. Spesso i danni sono concentrati nelle pieghe dei materiali e questi hanno maggiore probabilità di essere attaccati se sono lasciati non movimentati per molto tempo, in condizioni di scarsa illuminazione, sotto mobili pesanti o all’interno di magazzini bui.
Il ciclo vitale di T. bisselliella Il ciclo vitale di T. bisselliella è influenzato dalla temperatura, dall’umidità relativa, dal tipo e dalla quantità di cibo ma è anche vero che gode della protezione offerta dagli edifici per cui spesso lo sviluppo è continuo con numerose generazioni sovrapposte durante l’anno. In media lo sviluppo completo avviene in poco meno di due mesi in ambienti a 25°C e con il 65% di umidità relativa. L’adulto di T. bisselliella può raggiungere la lunghezza di 8 mm con una apertura alare compresa tra i 9 e i 16 mm. È possibile distinguere gli adulti di T. bisselliella da quelli di T. pellionella dalla colorazione del primo paio di ali: in T. bisselliella sono di una colorazione chiara uniforme mentre in T. pellionella ha dei puntini scuri. Gli adulti solitamente compaiono tra aprile e maggio e vivono circa 10 giorni durante i quali avviene l’accoppiamento e la deposizione delle uova già poche ora dopo l’emersione dal bozzolo. È noto che gli adulti possono volare attivamente fino a 90 metri alla ricerca di un sito di ovideposizione adatto o di un partner ma in generale sono i maschi che effettuano dei brevi voli, tipicamente saltando con le zampe posteriori e dando pochi colpi di ala prima di atterrare nuovamente mentre le femmine tendenzialmente camminano. Sono attivi durante la notte e tendono a ripararsi in zone buie di giorno dove la femmina depone le uova prediligendo aree con presenza di lieviti che fungono da substrato alimentare per le larve. Una femmina può depore fino a 250 uova che possono essere deposte singolarmente o in gruppi. Le uova hanno dimensioni ridotte (0,5 mm di lunghezza per 0,3 mm di larghezza massima). Le larve possono schiudere dopo circa 10 giorni. Appena schiuse sono lunghe circa 1 mm di colore bianco e iniziano a cercare fonti alimentari. Una volta trovate tessono intorno a sé una sottile ragnatela a tubo che si estende man mano che la larva si nutre e muove (a differenza di Tinea pellionella che produce un astuccio trasportabile). La tela secreta assolve a diverse funzioni: protezione da predatori e dal disseccamento. La larva matura, dopo 5-6 mute, si presenta con il capo marrone-giallastro e il corpo bianco di dimensioni che possono raggiungere i due centimetri di lunghezza. La larva matura tende a non allontanarsi di molto dal punto iniziale dell’infestazione. Raggiunta la maturità la larva produce un bozzolo di seta dentro il quale si impupa. Infine, dopo 10-13 giorni, l’adulto esce dal bozzolo.
La prevenzione innanzitutto Per questo come per tutti gli altri infestanti la prevenzione è fondamentale. Una buona pratica è quella di custodire i materiali attaccabili in ambienti ben areati e sottoporli ad una pulizia tramite aspirapolvere (che riescono a staccare anche le uova dai substrati), controllando di volta in volta che i nuovi materiali in arrivo non siano già attaccati dalla tarma per evitare di veicolare le larve all’interno dei propri ambienti. In caso di oggetti particolarmente costosi (come i tappeti) si può prevedere di stoccarli preventivamente all’interno di sacchi in tywek che impediscono alle larve di entrare in contatto coi tessuti e danneggiarli. Visto che le femmine adulte preferiscono ovideporre in zone con presenza di lieviti le disinfezioni a cadenza periodica degli ambienti possono aiutare nel contenere le infestazioni. All’interno degli ambienti è raccomandabile installare un impianto di monitoraggio. Siccome sia le larve che gli adulti sono caratterizzati da fototropismo negativo (ovvero rifuggono la luce) l’installazione di lampade UV o a LED non è utile. Occorre applicare invece dei dispositivi innescati con feromoni sessuali femminili sintetici per la cattura dei soli maschi adulti, meglio se installati in ambienti caldi e nelle zone meno illuminate. Sono disponibili sul mercato le classiche pagode in cartoncino adesivo da innescare con il feromone e da appendere a circa 2 metri di altezza. Ci sono anche dei dispositivi in plastica rigida da installare a terra in cui il refill, contenente gli attrattivi e un olio per trattenere gli individui catturati, può essere sostituto con facilità. A queste tecniche deve essere comunque affiancato un costante controllo visivo da parte di personale formato per riconoscere tracce di infestazioni e danni ai manufatti.
I trattamenti possibili Nel caso che il monitoraggio indichi la presenza di tarme il controllo deve essere impostato su due fronti: quello delle merci stoccate. e quello degli ambienti. Per trattare manufatti di piccole dimensioni o abiti si può ricorrere ad un trattamento termico che miri ad uccidere tutti gli stadi vitali esponendoli a temperature estreme. Queste tecniche possono essere applicate anche in via preventiva prima dello stoccaggio. Tutti gli stadi vitali della tarma muoiono se esposti in freezer a -30°C per 3 giorni o a -18°C per 14 giorni. Se invece si preferisce scaldare i prodotti i dati mostrano che tra i 45 e i 50°C la morte di ogni stadio vitale avviene nel giro di poche ore. Il lavaggio a secco con vapore, le operazioni di stiro o riscaldamento dei locali sono soluzioni applicabili. È anche possibile sottoporre i tessuti ad un trattamento con microonde. In linea teorica è anche possibile trattare efficacemente capi e manufatti con atmosfere modificate a base di azoto o anidride carbonica, il problema è che non sono in commercio in Italia dei formulati di questi gas registrati per questo scopo specifico. Il secondo fronte sul quale muoversi è un ciclo di disinfestazione degli ambienti che tipicamente può essere effettuato con tramite l’irrorazione di PMC o prodotti biocidi e completando il trattamento con dei fumogeni (il consiglio è quello di utilizzare prodotti che riportano l’impiego sui tessuti). Durante il trattamento occorre prestare molta attenzione nell’applicazione dei prodotti dal momento che le larve, protette dai bozzoli di seta che loro stesse producono, non sono un bersaglio semplice da eliminare e si possono verificare fenomeni di resistenza alle sostanze attive impiegate. Un’ultima tecnica applicabile che non prevede l’impiego di sostanze tossiche è quella del lancio di insetti utili negli ambienti. Le femmine di questi parassitoidi ricercano attivamente le larve delle tarme e depongono al loro interno un uovo dal quale emerge una piccola larva che inizierà a cibarsi dall’interno della larva della tarma, uccidendola. Ad esempio, Tricogramma evanescens è disponibile in Italia per il controllo di T. bisselliella. Occorre ricordare che la larva di tarma parasitizzata, pur essendo destinata a morire, non viene però paralizzata immediatamente e per questo motivo potrebbe ancora creare dei danni al materiale stoccato. Per questo occorre valutare sul lungo periodo e a seguito di diversi lanci l’efficacia di questa tecnica.
Rivolgersi sempre a professionisti Le infestazioni da T. bisselliella rappresentano una nicchia di mercato abbastanza contenuta per le aziende di pest management, di conseguenza, è probabile che un’impresa specializzata decida di affrontare il sopralluogo iniziale con un consulente esperto in gestione infestanti. Questo approccio dimostra un impegno volto ad un servizio di alta qualità al cliente finale. Coinvolgere un esperto permette di affrontare l’infestazione con maggiore competenza, evitando rischi legati alla scarsa familiarità con questa specifica tipologia di parassita. La serietà della società alla quale ci si affida d’altronde emerge col dialogo con l’incaricato del sopralluogo per cui si raccomanda che durante la visita il tempo dedicato alla relazione fornitore di servizi-cliente sia congruo. Un ulteriore indicatore potrebbe essere quello delle certificazioni in possesso dell’azienda di pest management: le più comuni sono la ISO 9001 e la UNI EN 11636.