L’ospedalità privata è un settore chiave per la prevenzione e il contenimento delle infezioni correlate all’assistenza.
Intervistiamo, per approfondire un problema di dimensioni sempre più rilevanti, Gabriele Pelissero, Professore di Igiene all’Università di Pavia e Presidente di Fondazione Sanità Futura, autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali, di un trattato di Igiene e di monografie sui temi dell’organizzazione sanitaria.
È stato presidente di AIOP dal 2012 al 2018, oggi ricopre la carica di vice presidente nazionale ai rapporti istituzionali ed associativi nazionali e internazionali. L‘AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata rappresenta 500 Case di cura operanti su tutto il territorio nazionale con oltre 53.000 posti letto di cui 45.000 accreditati con il Servizio sanitario nazionale, 26 centri di riabilitazione con 2.000 posti letto di cui 1.800 accreditati e 41 RSA con 2.800 posti letto tutti accreditati.
Professore, qual è la situazione attuale delle infezioni ospedaliere correlate all’assistenza in Italia?
L’ospedale, oltre ad essere un fondamentale luogo di cura, è per sua natura anche un collettore di importanti fattori di rischio, primi fra tutti i rischi biologici. Questa condizione è ben nota agli igienisti, che da sempre sottolineano l’importanza di un approccio globale alla prevenzione, e hanno indicato numerosi principi, procedure e tecniche per eliminare, o almeno ridurre drasticamente la presenza di questi rischi. Oggi l’ospedale è infinitamente più sicuro di quanto non lo fosse nel passato, tuttavia la costante sorveglianza epidemiologica continua ad evidenziare criticità e suggerire interventi sempre più efficaci. In questo contesto le infezioni ospedaliere o, meglio, le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) continuano a rappresentare un problema di assoluta rilevanza, sia appunto per la sua dimensione epidemiologica, sia per l’intersecarsi con un altro problema centrale di sanità pubblica rappresentata dal diffondersi dell’antibioticoresistenza.
Per ICA si intendono le infezioni che insorgono durante il ricovero, che non erano presenti neanche in incubazione al momento dell’accettazione. Questa definizione, di indiscutibile coerenza scientifica, mostra subito una difficoltà, in parte insormontabile, nella precisa individuazione dei singoli casi, non essendo spesso possibile, per le più varie ragioni, rilevare lo stato di incubazione. Pur con questo, e con altri limiti, le statistiche ufficiali stimano fra i 450.000 e i 700.000 casi all’anno, corrispondenti approssimativamente a un 5% di tutti i ricoveri. Una dimensione davvero rilevante, fortemente aggravata dal fatto che sempre più spesso le speci batteriche responsabili dei casi mostrano forme di antibioticoresistenza, aumentando così il rischio di vere epidemie ospedaliere difficilmente dominabili con le terapie e fortemente rischiose soprattutto per pazienti portatori di altri fattori di rischio, debilitati e immunodepressi.
Quali sono le azioni intraprese da AIOP nel contrasto alla diffusione di tali infezioni?
AIOP è una associazione di categoria che rappresenta la maggior parte degli operatori ospedalieri di diritto privato presenti in Italia. Più del 90% delle loro attività si svolge all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, tramite il modello accreditamento/contrattualizzazione, e in questo momento gli associati Aiop presenti in tutte le Regioni e Provincie Autonome assicurano il 27% di tutti i ricoveri ospedalieri del SSN, con una presenza particolarmente significativa nei settori dell’alta specialità e della riabilitazione specialistica. L’Associazione promuove da tempo in molti modi gli obiettivi di alta qualità per tutti i propri iscritti, fra i quali ovviamente sono comprese tutte le principali pratiche di Igiene ospedaliera di comprovata efficacia per la prevenzione delle ICA.
Quanto è importante la prevenzione parlando di igiene?
L’igiene, intesa in tutti i suoi molteplici contenuti, è la principale disciplina medica di prevenzione. Presente in tutti i corsi di formazione universitaria per le figure professionali della sanità, a partire da medici e infermieri, l’igiene ha sviluppato nella sua lunga storia un complesso di tecniche di sicura efficacia, e anche la consapevolezza che solo attraverso la continua sorveglianza epidemiologica e una sistematica attività di formazione permanente di tutte le figure sanitarie sia possibile contrastare efficacemente i fattori di rischio in ambito ospedaliero, fra i quali come abbiamo detto continua ad avere una importanza centrale il rischio microbiologico.
L’AIOP ha, tra i suoi obiettivi, la qualità, l’appropriatezza e la sicurezza delle prestazioni offerte ai pazienti promuovendo l’efficienza e la lotta agli sprechi. Come si declina questo assunto nel processo di acquisto di beni e servizi, compresi quelli per la sanificazione e il cleaning professionale?
L’AIOP è una associazione di categoria, e non interviene nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle aziende associate. Tuttavia, come si è detto, ha una attività continua di promozione della qualità in tutte le componenti della vita ospedaliera, e stimola il confronto continuo fra gli operatori ospedalieri e la filiera produttiva che mette a disposizione le tecnologie della prevenzione, anche ai fini della più ampia conoscenza delle metodologie e dei protocolli più efficaci.
La digitalizzazione in ambito sanitario rappresenta la grande sfida del futuro. Ritiene che sia importante anche per i servizi di disinfezione e con quali benefici?
Sicuramente la digitalizzazione, che sempre più presente negli ospedali associati ad AIOP, si integra con le tecniche e le metodologie di prevenzione, consentendo sia maggiori livelli di efficienza, sia una più efficace attività di monitoraggio continuo delle attività, anche in forma diffusa, e questo già oggi è ancor di più in futuro, consentirà un ulteriore sviluppo della qualità e una sempre maggiore efficacia delle cure. Il che è obiettivo primario di tutto il SSN pienamente condiviso da AIOP e dai suoi associati.