E’ una vera boccata di ossigeno per le imprese italiane la direttiva approvata con 612 si, 12 no e 21 astensioni dall’ Europarlamento che riduce i tempi massimi nei pagamenti della pubblica amministrazione a favore delle imprese private. Il limite principale per i pagamenti è stato fissato in 30 giorni, che possono essere estesi a 60 giorni principalmente nel caso degli enti pubblici del settore sanitario. Il mancato rispetto di questi impegni farà scattare una penale pari ad almeno l’ 8% di interesse, a cui verrebbe aggiunta una somma per coprire i costi di recupero del credito sempre a carico del debitore troppo lento. Il provvedimento è stato esteso anche ai pagamenti tra imprese private, che dovrebbero rispettare lo stesso limite dei 30 giorni, ma con la possibilità di concordare delle deroghe a 60 giorni (o anche oltre) a patto che queste non risultino “fortemente ingiuste” per il creditore.
I governi della UE hanno ora due anni di tempo per recepire la direttiva, anche se gli addetti ai lavori sperano in tempi senz’altro più brevi di questo limite, dopodiché il provvedimento entrerà finalmente in vigore anche nella nostra legislazione riportando – si spera – il nostro Paese in linea con la media europea. Secondo i dati della Commissione europea, l’ Italia è infatti diventata nel frattempo la maglia nera dell’ Ue per i ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni con perdite provocate nel 2010 pari a 27,8 miliardi di euro (contro 10,6 miliardi in Spagna, 9,5 miliardi in Francia, 5,7 miliardi in Gran Bretagna e 5,1 miliardi in Germania).
il Tavolo Taiis – Sindacato, che ha seguito l’iter fin dall’inizio ed interloquito frequentemente sia con la Commissione UE che con i parlamentari europei, ha commentato favorevolmente l’approvazione del provvedimento da parte del Parlamento Europeo. “Ora il Governo italiano provveda ad un recepimento rapido della Direttiva in Italia, senza utilizzare il tempo massimo di due anni previsto, ed individui con la necessaria tempestività una soluzione per i 60-70 miliardi di debiti pregressi scaduti; possibili soluzioni esistono e sono compatibili con l’equilibrio dei conti pubblici, come ha evidenziato lo studio commissionato ad Astrid che abbiamo presentato recentemente (vedi GSA Ottobre 2010)”.
“Indebitarsi al 4% massimo per pagare le imprese, piuttosto che pagare l’8% di interessi di mora, sarà conveniente per le Pubbliche Amministrazioni, ed è necessario per ridurre l’impatto sugli equilibri pubblici” -sottolineano dal Tavolo Taiis – Sindacato, aggiungendo- “è inoltre evidente l’effetto positivo che si avrebbe nell’economia da una tale iniezione di liquidità, che farebbe recuperare a un numero enorme di imprese la possibilità di fare investimenti e pagare puntualmente i propri lavoratori e fornitori”.