Prima di tutto la notizia, che è importante in direzione della trasparenza e della regolarità, valori sui quali abbiamo spesso messo l’accento e di cui il nostro settore ha un gran bisogno: la legge n. 179 del 30 novembre 2017, recante “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato (GU Serie Generale n.291 del 14-12-2017), contiene importanti tutele per il dipendente che, anche nel settore privato, segnala al responsabile della prevenzione della corruzione dell’ente o all’Autorità nazionale anticorruzione o ancora all’autorità giudiziaria ordinaria o contabile le condotte illecite o di abuso di cui sia venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto di lavoro. Il dipendente non può essere soggetto a sanzioni, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto a altre misure organizzative che abbiano un effetto negativo sulle condizioni di lavoro per ragioni legate alla segnalazione. Fra le novità, si prevede che il dipendente sia reintegrato nel posto di lavoro in caso di licenziamento e che siano nulli tutti gli atti discriminatori o ritorsivi, con in capo al datore l’onere di dimostrare l’estraneità del provvedimento dai fatti legati alla segnalazione. Si prevedono anche sanzioni pecuniarie da 5mila a 30mila euro, mentre resta tutelata la segretezza del denunciante. Le nuove disposizioni valgono non solo per tutte le amministrazioni pubbliche, inclusi gli enti pubblici economici e quelli di diritto privato sotto controllo pubblico, ma si rivolgono anche a chi lavora in imprese che forniscono beni e servizi alla Pa. Inoltre, come prevede l’art. 2, la nuova disciplina allarga anche al settore privato la tutela del dipendente o collaboratore che segnali illeciti o violazioni relative al modello di organizzazione e gestione dell’ente di cui sia venuto a conoscenza per ragioni del suo ufficio.
In coda, una breve riflessione: la novità, senza dubbio di notevole portata e necessaria, se da un lato è stata pensata per scardinare il velo di omertà che troppo spesso cala su piccole e grandi irregolarità commesse “dietro le quinte” e magari ben note negli ambienti lavorativi, dall’altro potrebbe rischiare di alimentare una cultura della delazione che rischia di produrre effetti altrettanto deleteri. E poi, siamo proprio sicuri che una legge sia sufficiente per fare scattare un cambiamento culturale? Perché in fondo, al di là di leggi e norme, forse è di questo che c’è davvero bisogno.