Il termine “simulazione” siamo abituati ad accostarlo, immediatamente, al gergo calcistico. Purtroppo, però, da oggi dovremo abituarci a sentirne parlare un po’ più spesso anche nel linguaggio del lavoro. Ci riferiamo al caso dei rapporti di lavoro fittizi che diverse aziende instaurano per poter beneficiare di agevolazioni a cui non avrebbero diritto (vedi sgravi fiscali, prestazioni previdenziali e così via). La situazione si sta facendo tanto preoccupante che l’Inps ha detto basta.
In particolare l’Istituto di previdenza, nell’ambito del processo in atto per modificare l’impianto della propria attività ispettiva, con circolare n. 93 del 30 maggio c.a., informa di aver avviato l’implementazione di nuove metodologie di controllo delle informazioni, trasmesse attraverso le dichiarazioni contributive e di quelle disponibili nelle banche dati delle altre pubbliche amministrazioni, basate sull’utilizzo di strumenti statistici predittivi volti a favorire l’individuazione di fenomeni a rischio di irregolarità.
In particolare, l’attivazione di queste nuove metodologie permettono il passaggio da un approccio di controllo e intervento “ex post” ad un approccio preordinato a limitare l’insorgere delle condizioni che possono determinare situazioni di irregolarità o frode attraverso la definizione di un assetto sistematico di analisi delle informazioni volto a intercettare l’insorgere di comportamenti a rischio prima che si determinino i relativi effetti economici.
In questo quadro viene introdotto il piano operativo, denominato “Frozen”, preordinato a potenziare la funzione di contrasto alla simulazione di rapporti di lavoro finalizzata alla fruizione indebita di prestazioni previdenziali.
Circolare INPS 93 del-30/5/2017