8 milioni nel mondo! Tanti i decessi, ogni anno, per i cambiamenti climatici, che insieme all’inquinamento stanno modificando la geofisica planetaria e ci costano un’enormità in termini di malattie e dissesto territoriale. A cosa attribuire infatti l’aumento della morbosità della malaria per effetto dello spostamento negli emisferi subtropicali dell’Anophele? Come spiegare la mortalità per Ca polmonare, aumentata a circa 90 casi ogni 100 mila abitanti mentre nel 1951, epoca peraltro di fame e carestia post-bellica, era di soli 7 casi /100 mila? È dunque l’insostenibilità la cifra della nostra vita basata sul petrolio? La risposta, senza se e senza ma, è un drammatico SI.
Di questi argomenti tratta il volume “La vita al tempo del petrolio” promosso dall’European Research Group on Automotive Medicine (ERGAM) edito a cura della Casa editrice Agorà & Co di Lugano, nella Collana di Testi e Saggi di ERGAM.
Nella prima parte del Volume lo scenario sviluppato è il drammatico cambiamento climatico per l’uso irrazionale di fossili. La Conferenza di Parigi (COP21) ha prodotto una risoluzione che il mondo civile aspettava ma difficile da realizzare perché gli interessi nel settore petrolifero sono duri a morire. Un mondo consapevole spera ancora che le energie alternative, finora utilizzate in percentuali irrisorie, entrino definitivamente nei nostri stili di vita, dedicando maggiore attenzione alla prevenzione delle patologie da gas tossici.Dunque si muore di petrolio perché produce gas tossici o venefici ma anche perché scatena le guerre.
Nella seconda parte, il protagonista è lo scacchiere dell’Eurasia, area di scambi petroliferi sempre intensi. Una vasta regione composta da cinque Stati, i cosidetti “cinque Stan” al centro di un cambiamento geopolitico epocale. Guerra guerreggiata come stiamo osservando dalle cronache. Il contesto è l’attuale scacchiere del MO, squassato dalla guerra che si consuma nel Nord Iraq e che ha superato per dinamiche e gravità la sempiterna contesa israelo-palestinese.
Questa guerra asimmetrica, difficile da comprendere quanto ad agonisti ed antagonisti, si consuma dal 1990 su un territorio cruciale per il trasferimento di oil e gas verso Occidente.Area un tempo OPEC, ma ora con un tourbillon di rapporti (Iran, Turchia, Russia e USA).
In mezzo l’ISIS. Ed inoltre guerra, anche quella pesantissima, economico-finanziaria. Sarà scontato, ma il petrolio genera morte, violenta o clinica.
La vita al tempo del petrolio –Oil Lifestyle
A cura di Aldo Ferrara, Claudio Venturelli, Carlo Sgandurra,Stefania Giambartolomei, Vittoria Azzarà
€ 25,00
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