(tratto da “GSA Igiene Urbana” n.1, Gennaio-Marzo 2010)
Il crollo del costo dei pannelli fotovoltaici e l’esigenza di porre fine a una speculazione puramente finanziaria sui grandi impianti di potenza hanno portato a una revisione degli incentivi in conto energia con cui è stata promossa la diffusione di questa tecnologia, in Italia come in molti altri paesi. Dal prossimo agosto in poi gli incentivi saranno minori, ma avvantaggeranno soprattutto i piccoli impianti. Una grande opportunità per le amministrazioni dei Comuni piccoli e medi.
Il vecchio conto energia 2007
Per il fotovoltaico si chiude la seconda era. La prima si è svolta dal 2005 al 2008, quando, nonostante gli incentivi, il costo dell’impianto (circa 6.000 euro a kW di picco) rendeva l’impegno poco interessante sia per i piccoli che per i grandi impianti. La seconda fase, fin troppo rapida, si è generata con un vero e proprio crollo dei costi verificatosi negli ultimi 12 mesi. Oggi un impianto fotovoltaico costa fra i 2.700 euro a terra e i 4.000 euro su tetto.
Questo ha consentito, da un lato, di promuovere il progetto dei 1.000 tetti fotovoltaici e tanti altri progetti di piccole dimensioni, che negli ultimi mesi sono proliferati; dall’altro ha però scatenato una speculazione totale per gli impianti a terra di grandi dimensioni: soprattutto nel Mezzogiorni, con particolare rilevanza in Puglia a causa della semplificazione normativa introdotta dalla Regione, che rendeva non più necessaria l’Autorizzazione Unica, ma consentiva di realizzare un progetto solo con la DIA (la Dichiarazione Inizio Attività).
Come conseguenza, l’ENEL, che deve provvedere alle connessioni, è andata completamente in tilt; molte aziende e studi tecnici hanno ottenuto le autorizzazioni alla connessione e le hanno rivendute a 200-300 mila euro a megawatt; diversi colossi stranieri sono arrivati, hanno costruito o hanno dato da costruire e poi hanno rivenduto gli impianti. Siamo cosi diventati in breve il terzo paese al mondo per la potenza installata di impianti fotovoltaici.
Quasi tutti i grossi impianti al sud sono stati comprati da aziende straniere solo ed esclusivamente per motivi speculativi. Questa fase, si sta ormai per esaurire; ad agosto 2010 saranno completati i 1.200 megawatt già costruiti e da allora potrà continuare solo chi ha effettuato l’inizio lavori entro quella data.
Lo scambio sul posto in remoto
Lo scambio sul posto in remoto (cioè la possibilità di cedere energia incentivata alla rete anche per gli impianti che non sono direttamente collegati alle strutture che la utilizzano; precedentemente lo scambio sul posto era limitato alle utenze che utilizzavano direttamente la maggior parte dell’energia elettrica prodotta) è stato di fatto introdotto nel luglio 2009 con la legge 99/09. Ma in realtà è stato attivato solo con la delibera AEGG varata alla fine dello scorso anno.
Questa delibera apre una grande prospettiva per permettere ai Comuni di entrare da protagonisti nel campo del fotovoltaico (evitando le speculazioni) e di dare un segnale forte ai propri concittadini. La delibera permette infatti, ma solo ai Comuni fino a 20.000 abitanti e solo fino a una potenza di 200 kWp, di installare un impianto a terra o su un capannone pubblico da un lato, e poi, dall’altro, di scambiare l’energia con quella che si produce altrove: per esempio in scuole, edifici pubblici, tribunali, etc. che si trovano in aree vincolate o con poco sole e che mai avrebbero potuto installare il fotovoltaico.
Il secondo vantaggio, e la seconda possibilità è quella di effettuare lo scambio con singoli cittadini che non possono, magari perché residenti in condomini, installare impianti sul proprio tetto. Il Comune può scambiare energia con i cittadini, affittando virtualmente pezzetti del suo terreno a tanti cittadini. Quindi, per esempio, un impianto a terra di 200 kW si può realizzare con mezzo ettaro di terreno incolto del Comune. Con 3kW per utente, un totale di 65-70 cittadini potranno usufruire a distanza dell’energia elettrica con un contratto col Comune.
Per quanto riguarda le condizioni del nuovo conto energia, basta riassumere quanto già osservato dall’associazione Assosolare.
Gli svantaggi sono costituiti da una riduzione troppo drastica degli incentivi per gli impianti a terra, cosicché rischia di ripetersi quello che è successo in Spagna: ovvero blocco per più di un anno del mercato del fotovoltaico, fin quando non si riscontrerà una ulteriore riduzione dei prezzi dei pannelli. Inoltre sono stati soppressi gli incentivi aggiuntivi per la rimozione dei tetti in eternit. Infine, non è stato previsto un incentivo specifico per serre, aree industriali, etc.
I vantaggi sono invece rappresentati da un aumento della potenza incentivabile da 1.200 a 3.000 MW; dalla introduzione dell’incentivo per il solare a concentrazione e da un incentivo aggiuntivo per fotovoltaico architettonicamente di pregio.
Il vantaggio maggiore è costituito comunque dal fatto che l’incentivo è stato ridotto anche per gli impianti piccoli, destinati ai cittadini, ma in maniera molto meno rilevante che per gli impianti industriali. Questo vuol dire che, per forza di cose, tutte quelle aziende che hanno formato personale e finora hanno lavorato soprattutto sui grandi impianti di carattere speculativo, dovranno riconvertirsi per offrire il fotovoltaico ai singoli cittadini, diffondendo finalmente in maniera capillare questa tecnologia, cosa che fino a oggi si è verificata in misura del tutto insufficiente.
LA BOZZA DEL NUOVO CONTO ENERGIA
È pronta la bozza del decreto sul conto energia per il fotovoltaico del Ministero dello Sviluppo economico di concerto con l’Ambiente. La bozza riguarda gli impianti che entreranno il produzione dall’anno prossimo e aggiorna al ribasso le tariffe incentivate, basandosi sull’andamento del mercato dell’energia e soprattutto sui valori (in discesa) per l’acquisto dei componenti degli impianti fotovoltaici. Inoltre previsto un obiettivo di ottomila megawatt fotovoltaici entro il 2020. Il testo dovrà essere approvato dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, che dovrebbe svolgersi a giorni. Nel primo titolo della traccia sono previste tariffe incentivanti per 20 anni per complessivi 3mila megawatt cumulati, per tutti gli impianti entrati in esercizio dal 1° gennaio 2011 con una potenza nominale oltre 1 chilowatt e collegati alla rete con un unico punto di connessione.
FINESTRA
Una tariffa premiante è aggiunta per gli impianti realizzati su edifici che sommano anche un uso efficiente dell’energia. Per gli impianti che entrano in produzione nel 2012 e nel 2013 l’incentivo si ridurrà del 6% l’anno. Per gli impianti in produzione a partire dal 2014 sarà emanato entro il 2012 un decreto dello Sviluppo economico (di concerto con l’Ambiente e d’intesa con la Conferenza unificata). Per gli impianti integrati architettonicamente con potenza tra 1 chilowatt e 5 megawatt collegati alla rete tramite un unico punto di connessione spetteranno per 20 anni 0,44 euro per chilowattora di base (0,37 per potenze superiore ai 200 chilowatt) fino a un ammontare di incentivi cumulabili di 200 megawatt.
Il Gse entro il 1° gennaio 2011 dovrà elaborare una guida sugli impianti integrati architettonicamente. Per gli impianti a concentrazione, gli incentivi sono cumulabili fino a 150 megawatt e si applicano a tutti gli impianti che entrano in esercizio per interventi di nuova costruzione, rifacimento totale o potenziamento dopo l’entrata in vigore del decreto. La tariffa di 0,32 euro per chilowattora scende a 0,28 per impianti superiori a 200 chilowatt avvianti entro il 2011, decurtata del 2% l’anno per impianti successivi.
Gli incentivi sono cumulabili fino al 30% con i contributi in conto capitale previsti per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici con potenza nominale non superiore a 3 chilowatt, per gli impianti a concentrazione e per gli impianti integrati innovativi. Per gli incentivi alle scuole, i contributi in conto capitale possono essere cumulati fino al 100% del costo di investimento, mentre per tutti gli altri edifici pubblici o di proprietà di enti riconosciuti senza scopo di lucro il cumulo non può superare il 30% per cento. Sarà possibile cumulare le tariffe incentivate anche con i tassi agevolati previsti dalla finanziaria 2007 per l’acquisto di impianti “verdi”.
L’Autorità dell’energia dovrà stabilire modalità, tempi e condizioni per l’erogazione delle tariffe incentivanti. Dovrà anche essere determinata la copertura sulla componente A3 delle bollette. Il Gse dovrà definire le modalità di svolgimento delle ispezioni sugli impianti, e dovrà anche spedire entro il 31 marzo di ogni anno ai due ministeri, alle Regioni, all’Autorità dell’energia e all’Osservatorio nazionale sulle rinnovabili un rapporto sull’attività. La domanda di incentivi dovrà avvenire entro 90 giorni dall’entrata in esercizio dell’impianto e il Gse dovrà erogare la tariffa entro 120 giorni. La procedura sarà telematica con una piattaforma da adottare dal 1° gennaio 2011.
Andrea Ambrosetti