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Dal 1 gennaio, grandi opportunità per le piccole imprese

Quante volte abbiamo sentito di piccole imprese costrette a chiudere per via di pagamenti che non arrivano, o arrivano troppo in ritardo, mentre il fisco bussa alla porta con puntualità svizzera? Una scena che, complice la crisi, negli ultimi anni si è ripetuta fin troppe volte. Ebbene, per molte imprese la “salvezza” potrebbe essere in vista, già dal prossimo anno. La bozza della Legge di Bilancio per il 2017 (la nuova Finanziaria, con il nome che ha sostituito quello di “legge di Stabilità”, da poco pubblicata sul sito del Mef), infatti, contiene un provvedimento ad hoc che permetterebbe alle imprese minori, che più di altre subiscono gli effetti negativi legati sia ai cronici ritardi di pagamento sia alla stretta creditizia, di passare a regime per cassa, facendo coincidere  il momento del prelievo fiscale con quello delle concrete disponibilità finanziarie, ed evitando dunque esborsi per imposte su proventi non ancora incassati.

Vediamo di cosa si tratta, innanzitutto iniziando a definire il concetto di “impresa minore”. Sono considerate imprese minori quelle che sono ammesse dall’art. 18 del d.p.r. 600/1973 alla tenuta di una contabilità semplificata, e cioè le società di persone a forma commerciale e le persone fisiche che esercitano attività d’impresa con ricavi non superiore a 400mila euro se il loro oggetto è la prestazione  di servizi (superati i quali va attivata per forza la contabilità ordinaria). Le ridotte dimensioni di queste imprese hanno suggerito al legislatore di provvedere ad un alleggerimento degli obblighi contabili, e ad snellimento dell’attività di calcolo del reddito imponibile. E dal prossimo gennaio, se le intenzioni dell’Esecutivo andranno in porto, la gestione contabile di questi soggetti potrebbe essere ulteriormente semplificata.

Siamo infatti in presenza di una deroga a quel criterio “della competenza”, sia per i ricavi che per i costi d’impresa, che obbligava a tassare ricavi di cui si è maturato il diritto ad ottenerli e a consentire la deduzione dei costi a prescindere da quanto si effettua il pagamento. Il regime Iva per cassa (c.d. “cash accounting”), introdotto dall‘articolo 32-bis del Dl 83/2012, consente all’imprenditore o al lavoratore autonomo di posticipare il versamento dell’imposta sulle cessioni di beni e, nel nostro caso, le prestazioni di servizi, dal momento di effettuazione dell’operazione a quello dell’incasso. Allo stesso modo, il diritto a detrarre l’Iva sui beni e sui servizi acquistati nasce al momento del pagamento dei corrispettivi ai fornitori. Senza contare che il regime per cassa è anche più semplice da gestire dal punto di vista contabile, e costituisce dunque un ulteriore sgravio per le imprese: infatti è sufficiente annotare nei registri ricavi e spese in ordine cronologico, con riferimento alla data di incasso/pagamento, così come gli altri componenti positivi e negativi, indicando importi, generalità dei soggetti che effettuano o ricevono i pagamenti ed estremi della fattura o altro documento.

L’opportunità, che comunque rimane a scelta (nulla vieta di optare per la contabilità ordinaria), non riguarda le società di capitali ma coinvolgerebbe moltissime realtà artigiane e imprese individuali: secondo alcune prime stime che la platea dei beneficiari potrebbe coinvolgere addirittura più del 57% del totale delle imprese italiane, tra cui molte imprese di pulizia/ servizi integrati/ multiservizi in possesso delle caratteristiche necessarie per avvalersi dell’opzione.

Link documento programmatico di bilancio

Link bozze legge di Bilancio

 

 

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