HomeambienteGlifosato, nuovo rinvio del voto da parte della Commissione UE

Glifosato, nuovo rinvio del voto da parte della Commissione UE

Per la seconda volta la Commissione Ue non riesce ad ottenere l’appoggio dei governi per rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato, l’erbicida più famoso al mondo. Commentando il nuovo rinvio del voto inizialmente atteso il 19 maggio, Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia, dichiara: “Un atto dovuto, dal momento che la Commissione ha continuato a ignorare le preoccupazioni di scienziati indipendenti, parlamentari e cittadini europei. È il momento per la Commissione di sedersi e ascoltare”. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) sta conducendo indagini sull’impatto sanitario del glifosato per arrivare a una classificazione ufficiale della Ue. Il processo si concluderà a fine 2017: se si stabilirà che il glifosato può causare il cancro, interferire con la riproduzione o danneggiare il sistema ormonale, secondo la normativa europea non potrà più essere venduto.

In attesa della decisione della Commissione Europea, l’Oms e la Fao, sono state chiamate a valutare periodicamente la pericolosità della sostanza.

Il rapporto del Panel of Experts on Pesticide Residues in Food and the Environment, reso noto qualche giorno fa (fonte: ansa, 16 maggio) sembra almeno per il momento dare ragione a chi sostiene che la sostanza non è pericolosa. Si legge infatti che “È improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l’uomo”. E ancora: “La grande maggioranza delle prove scientifiche”, continua il documento, “indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 milligrammi per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l’esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi”.

Decisamente contrario, invece, è il punto di vista delle associazioni ambientaliste che ritengono il glifosato associabile a un aumento di tumori e di malformazioni nei neonati. Sempre nel documento di Oms e Fao si dice che “Qualche studio ha evidenziato un’associazione positiva tra l’esposizione al glifosato e il rischio di linfoma non Hodgkin. Tuttavia l’unico studio, condotto con una grande coorte e di grande qualità, non ha trovato evidenza di una associazione per nessun livello di esposizione”.

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Circa un anno fa fu l’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro, a dichiarare di aver inserito la sostanza nel gruppo 2A, quello cioè delle sostanze ‘probabilmente cancerogene’, lo stesso delle carni rosse. L’identificazione del pericolo, in particolare la classificazione da parte dell’Iarc delle sostanze in base alla loro cancerogenicità, è il primo passo del risk assessment.

Contro il parere dell’Iarc si è espressa anche l’Efsa, l’autorità europea sugli alimentari, secondo cui invece il pesticida è sicuro. Lo scontro è particolarmente delicato in Europa, dove diversi ministri, tra cui i nostri Lorenzin e Martina, hanno chiesto di non rinnovare l’autorizzazione all’uso. Una decisione della Commissione che per il momento tarda ad arrivare.

Fonte: helpconsumatori

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