La Fipe-Confcommercio ha impugnato di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio la gara Buoni Pasto 7 indetta da Consip per la fornitura annuale dei servizi sostitutivi di mensa ai pubblici dipendenti.
L’impugnativa è stata resa necessaria “dall’atteggiamento di Consip che, nonostante incontri con la federazione nei quali era stata fatta rilevare la insopportabilità per decine di migliaia di imprese di ristorazione delle condizioni imposte a bar e ristoranti da coloro che si erano aggiudicati la gara precedente a causa degli sconti riconosciuti alla pubblica amministrazione che sono arrivati a superare il 20% del valore del buono, ha indetto una gara identica alla precedente”, spiega Fipe in una nota.
“Non è ammissibile – dichiara il Presidente di Fipe – Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, che Consip pretenda di far pagare ai pubblici esercizi i risparmi che con gare appositamente costruite vuol far fare alle Pubbliche Amministrazioni sui pasti dei dipendenti. Siamo, di fatto, in presenza di una ulteriore tassa che lo Stato impone agli esercenti che, loro malgrado, sono costretti ad accettare convenzioni capestro dove a fianco di una commissione normale vengono aggiunti dei “servizi aggiuntivi”, solo formalmente facoltativi, che servono a ripianare le perdite degli emettitori bilanciando così le loro offerte in perdita evidente”.
“E’ questo un sistema che si è avvitato su se stesso – continua Stoppani – dove la pretesa del datore di lavoro Stato di risparmiare a tutti i costi va contro gli interessi dei propri dipendenti e degli operatori commerciali che non possono certamente fornire prestazioni alle quali corrispondono corrispettivi pagati in ritardo ed in modo parziale”.