(tratto da “L’Ospedale” n.4, ottobre -dicembre 2009)
Abstract
Una corretta politica della disinfezione dello strumentario, delle superfici e delle mani, affiancata alle misure di controllo delle infezioni, sono state fondamentali per controllare un outbreak dovuto ad Acinetobacter Baumanii multiresistente ai farmaci che si è verificato nella terapia intensiva rianimatoria dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.
Introduzione
Nonostante negli ultimi 20 anni si siano compiuti notevoli passi avanti sulla conoscenza ed il controllo delle infezioni ospedaliere, queste rimangono una rilevante causa di morbosità, mortalità e inducono oneri aggiuntivi sul piano umano e qualitativo ( sofferenze per i malati), sul piano economico (aumento dei tempi di degenza, del consumo di farmaci e presidi, dell’impegno del personale) e infine sul piano meramente sanitario (impegno di risorse destinate alla diagnosi e terapia di complicanze indesiderate, non correlate alla patologia di ricovero, con conseguente diminuzione del grado di efficienza ed efficacia dei servizi ospedalieri), pertanto costituiscono un problema rilevante per la sanità pubblica.
Prevenire e controllare le infezioni ospedaliere rappresenta dunque una sfida che tutti gli operatori sanitari sono chiamati a fronteggiare, anche perché le dimensioni del problema restano rilevanti per un insieme di fattori: numero sempre maggiore di pazienti debilitati o immunodepressi, uso sempre più frequente di tecnologie invasive, uso incondizionato di antibiotici senza una politica mirata.
Nonostante la riduzione della durata e del numero dei ricoveri e le ampie conoscenze disponibili in materia: in termini sia di fattori di rischio, sia di metodi appropriati di prevenzione, la frequenza delle infezioni ospedaliere non è generalmente in declino.
Inoltre l’aumento di malattie infettive non facilmente controllabili con farmaci antibiotici o lo sviluppo di resistenze ad antibiotici e disinfettanti hanno rinnovato l’interesse di operatori sanitari, organismi legislativi e di accreditamento nei confronti delle politiche di controllo delle infezioni ospedaliere. Infatti in una situazione di aperta competizione tra le varie aziende solo quelle capaci di differenziarsi in termini di conoscenza di livelli di rischio al loro interno, di bassa incidenza delle IO e di attuazione di misure di sicurezza, potranno raggiungere elevati livelli di qualità
Tutto questo non sempre si è tradotto in azioni concrete, idonee ed efficaci a prevenire le infezioni in particolare per le difficoltà organizzative- gestionali che spesso contrastano con i programmi di intervento.
Strategie di controllo
Dati emergenti dalla letteratura mondiale dimostrano che è possibile identificare i rischi di infezione e porre in essere opportune strategie di controllo delle infezioni così da ridurre al minimo l’incidenza e le gravi conseguenze delle infezioni sia nei pazienti che negli operatori sanitari. Attività strutturate di prevenzione delle Infezioni Ospedaliere si sono sviluppate in Europa principalmente in Gran Bretagna già dalla fine degli anni ’50 dopo le epidemie di infezioni da S. Aureus. Tuttavia è negli Stati Uniti che, dopo l’avvio di formazione specifica da parte dei CDC di Atlanta , nascono azioni strutturate atte a programmare ed attuare interventi preventivi..
Il controllo e la prevenzione sono delle attività molto complesse che, nelle varie fasi prevedono la valutazione del paziente, la sorveglianza, il controllo delle pratiche assistenziali e l’attuazione di misure preventive. La prevenzione infatti si fonda sull’adozione di interventi assistenziali “sicuri” ovvero in grado di ridurre al minimo i pazienti interessati dalle I.O. nonché di abbattere il relativo costo. Elemento di base della prevenzione sono gli interventi di tipo organizzativo che comprendono gli aspetti comportamentali (lavaggio delle mani, uso di DPI, ecc.); quelli operativi ( pulizia disinfezione sterilizzazione, ecc); quelli ambientali ( controllo dei sistemi idrici, la ventilazione, gli spazi prossimi al paziente).
Le strategie preventive scientificamente riconosciute come valido strumento atto al controllo delle infezioni sono rappresentate da:
– lavaggio delle mani
– uso di dispositivi di protezione individuale
– uso appropriato di tecniche di asepsi
– pulizia, disinfezione e sterilizzazione dello strumentario
– collocazione ed adeguato trasporto del malato
– adozione di comportamenti adeguati da parte del personale di assistenza
– adeguata politica degli antibiotici.
In merito all’ultimo punto si rammenta che la scelta di un’adeguata terapia antibiotica deve mirare al massimo rispetto dell’ecosistema nosocomiale e ad una sospensione il più precocemente possibile degli antibiotici quando non più necessaria al paziente.
Esperienza pratica di un outbreak da acinetobacter in terapia intensiva
Nel periodo Dicembre 2006-Gennaio 2007 il CIO dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza si è dovuto misurare con un outbreak da acinetobacter Baumanii nella terapia intensiva rianimatoria.
La capacità di acquisire resistenza a molteplici antibiotici ha reso Acinetobacter spp, batteri gram-negativo. ,un tempo considerati una specie poco virulenta, temibili patogeni in tutto il mondo.
A.Baumanii è uno dei principali patogeni nosocomiali isolato sempre più frequentemente in pazienti in condizioni critiche e nelle unità di terapia intensiva.
L’ubiquità , la capacità di crescere utilizzando vari substrati , di sviluppare rapidamente multiresistenza agli antibiotici e di sopravvivere lungamente nell’ambiente ospedaliero , ha fatto si che questi siano tra i più comuni microrganismi persistentemente trasportati sulla cute dal personale ospedaliero, e in corso di epidemie nosocomiali .
I casi verificatisi contemporaneamente erano 5 , i pazienti erano stati ricoverati nel periodo compreso tra il 6 Dicembre e il 3 Gennaio 2007, ma le positività si sono riscontrate in un arco temporale compreso tra il 22 Dicembre e il 9 Gennaio 2007.
Le colture risultate positive erano
Paziente 1 | Broncoaspirato | ||
Paziente 2 | Catetere | Emocoltura | Liquor |
Paziente 3 | Broncoaspirato | ||
Paziente 4 | Emocoltura | ||
Paziente 5 | Broncoaspirato |
Andamento isolamenti Acinetobacter |
|||
Dicembre |
Gennaio |
Febbraio |
|
Pazienti presenti |
29 |
32 |
29 |
Isolamenti |
6 |
3* |
0 |
* Isolamenti registrati fino al 9 Gennaio dopo tale data non si registra alcun isolamento |
Il germe isolato era un acinetobacter baumanii con spettro di resistenza agli antibiotici molto ampio come si può vedere dall’antibiogramma riportato nella Tab. 1
Le misure immediate poste in essere per contenere la diffusione del microrganismo , sono state :
– Isolamento dei pazienti risultati positivi alle colture per acibau,
– Trasferimento dei pazienti in condizioni cliniche favorevoli e risultati negativi alle colture,
– Utilizzo di personale infermieristico dedicato per l’assistenza , per evitare che durante manovre in emergenza si potesse verificare trasmissione di germi , da un paziente all’altro
– Utilizzo del lavaggio delle mani e uso di antisettici a base di alcool e di iodio per le mani, come misura di primaria importanza per contenere la diffusione del microrganismo.
– Particolare attenzione è stata dedicata all’informativa del personale interno ed esterno all’u.o. (medici, sanitari e personale di supporto), con ausilio anche di cartellonistica, e controllo successivo delle compliance alle misure prescritte, dato che la colonizzazione delle mani del personale sanitario è la fonte di molte epidemie come descritto in letteratura .
– Uso di guanti e di dispositivi di protezione
– Utilizzo della pulizia e disinfezione, come mezzo per arginare la diffusione del microrganismo essendo questo resistente a quasi tutti gli antibiotici a nostra disposizione, sia dello strumentario per il quale non era necessario procedere a sterilizzazione sia della disinfezione ambientale e dell’unità paziente.
Antibiogramma di Acinetobacter Baumanii | ||
Amikacina | Resistente | |
Ampicillina | Resistente | |
Ampicillina/sulbactam | Sensibile | |
Aztreonam | Resistente | |
Cefazolina | Resistente | |
Cefepime | Intermedio | |
Cefotetan | Resistente | |
Ceftazidime | Resistente | |
Ceftriaxone | Resistente | |
Ciprofloxacina | Resistente | |
Gentamicina | Resistente | |
Imipemen | Resistente | |
Levofloxacina | Resistente | |
Nitrofurantoina | Resistente | |
Piperacillina/Tazobac. | Resistente | |
Tobramicina | Resistente | |
Cotrimossazolo | Resistente |
Tab.1
Si è proceduto alla revisione e controllo di tutte le operazioni di pulizia e delle procedure di disinfezione , si è resa necessaria l’ applicazione di un sistema di registrazione , così da controllare tutte le fasi del processo di disinfezione , essendosi isolato il microrganismo da aree ambientali anche in zone che risultavano essere state normalmente pulite e disinfettate .
Considerato che l’ospedale rappresenta un enorme serbatoio per questo microrganismo, e altri che caratteristicamente sono capaci di sopravvivere a lungo nell’ambiente .
Persistenza di Microrganismi su Superfici Inanimate
(Kramer et al, 2006)
Sono stati fatti campionamenti multipli sia sulle mani degli operatori che dalle superfici ambientali e a conferma di quanto descritto in letteratura in seguito ad indagini sperimentali e durante epidemie ,è stato isolato daTab.2
Isolamento di Acinetobacter da superfici ambientali tab.2 | |
Testata letto | 36 colonie/piastra |
Lavandino | 20 colonie /piastra |
Materasso letto | 21 colonie/piastra |
Ventilatore | 55 colonie /piastra |
Monitor | 37 colonie/piastra |
Parete box esterna | |
Mani Operatore | |
Il sistema di registrazione applicato prevedeva il controllo delle fasi dei processi di pulizia e disinfezione , il tipo di disinfettante usato, la concentrazione di utilizzo, il substrato di applicazione, il tempo di contatto, il nominativo del personale che effettuava la disinfezione, modalità di disinfezione .