(tratto da “GSA” N.2, Febbraio 2010)
UNO STRUMENTO PREZIOSO PER GLI ALBERGATORI
Il volume “L’appalto di servizi nelle aziende alberghiere” raccoglie una ricerca realizzata da Federalberghi e Adapt su un istituto troppo spesso male applicato. Uno strumento prezioso per le imprese, ma anche per gli albergatori, che ancor oggi, in molti casi, sembrano ignorarne l’esistenza.
La Federalberghi, in collaborazione con l’Adapt, Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e le relazioni industriali,ed edita da ISTA, Istituto internazionale di studi e documentazione turistico alberghiera “Giovanni Colombo”, ha realizzato la guida “L’appalto di servizi nelle aziende alberghiere”, che rappresenta il coronamento del lavoro di una commissione tecnica istituita appositamente per accrescere la capacità competitiva delle imprese. Si tratta senza alcun dubbio di un’iniziativa accolta con soddisfazione da più parti: dalle committenze, che in questo modo possono disporre di linee-guida sicure e condivise per l’affidamento a terzi dei servizi, e dagli stessi prestatori d’opera, che si troveranno in mano uno strumento completo realizzato proprio dai soggetti presso cui lavorano, quindi declinato secondo le loro specifiche esigenze. Ciò che meraviglia un po’ è che ancora oggi, a oltre un anno di distanza dalla presentazione del documento, molti albergatori ne ignorino l’esistenza. Si tratta, in realtà, di uno strumento molto utile non solo per le imprese di servizi, ma anche per chi gestisce una struttura alberghiera. E’ il caso di colmare questa lacuna. Il perché è sotto gli occhi di tutti.
Una verifica della prassi operativa in termini di appalti
La ricerca ha preso le mosse dalla necessità di verificare la prassi operativa in tema di appalto di servizi, per il tramite di uno standard contrattuale di riferimento, alla luce del quadro normativo dell’istituto e con specifico riferimento ai temi di rilevanza lavoristica. Come è noto, è prassi ricorrente, nelle strutture alberghiere, impiegare il contratto di appalto soprattutto per servizi come la pulizia e il facchinaggio. Ora, i modelli di regolazione dei rapporti fra committente e prestatore d’opera devono confrontarsi tanto con le innovazioni del quadro normativo di riferimento (che in materia risulta alquanto instabile visti gli interventi che, dal 2003- anno della cd. “riforma Biagi”- si sono succeduti a cadenza quasi annuale), quanto con le recenti disposizioni introdotte dal CCNL Turismo del 2007.
Le modifiche del “capo X”
Ci si riferisce, nello specifico, al capo X del titolo IV, che disciplina uno specifico obbligo di informazione e consultazione nel caso in cui l’azienda intenda conferire in appalto a terzi la gestione di un servizio in precedenza gestito direttamente. In tal caso l’azienda dovrà convocare la rappresentanza sindacale per informarle su una serie di punti. Nel dettaglio: le attività conferite in appalto; i lavoratori coinvolti nel processo; l’assunzione del rischio di impresa da parte dell’appaltatore e dei conseguenti obblighi inseriti nel contratto di appalto derivanti dalle norme di legge in tema di assicurazione generale obbligatoria, igiene e sicurezza sul lavoro, rispetto dei trattamenti economici e normativi previsti dalla contrattazione collettiva nazionale; esercizio da parte dell’appaltatore del potere organizzativo e direttivo nei confronti dei lavoratori impiegati nell’appalto.
Il ruolo delle RSA (RSU) e la certificazione
A questo punto le rappresentanze sindacali potranno richiedere un confronto per raggiungere intese in merito agli obiettivi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, al mantenimento dell’unicità contrattuale, al trattamento da applicare ai dipendenti che già prestavano servizio presso l’azienda appaltante con particolare riferimento agli eventuali servizi offerti ai lavoratori della medesima azienda. Il quadro di riferimento si completa alla luce del nuovo strumento introdotto dalla “Biagi”, vale a dire la “certificazione” dei contratti, che può essere impiegata sia in sede di stipulazione degli appalti, sia nelle fasi di attuazione del programma negoziale, anche ai fini della concreta distinzione tra somministrazione di lavoro e appalto. Proprio a questo scopo è attiva, dal 2005, una Commissione di certificazione dei contratti di lavoro e appalto istituita presso il Centro Studi Marco Biagi. Significativa è dunque l’esperienza maturata in tema di appalto, che si è concretizzata nell’esame di un numero consistente di contratti di ogni tipo di settore.
Il ricorso alla procedura di certificazione, che rende la qualificazione del contratto opponibile a terzi, appare ora di ulteriore rilievo alla luce di provvedimenti come quello del Ministro del lavoro che, nel settembre del 2008, ha precisato che “l’attività investigativa dovrà concentrarsi sui contratti che non sono stati oggetto di certificazione, con l’obiettivo di contrastare l’interposizione illecita e fraudolenta mediante la verifica del rispetto dei criteri di genuinità”. Non è un caso che la contrattazione collettiva concentri l’obbligo di informazione su alcuni elementi specifici che costituiscono tema privilegiato di valutazione anche nell’ambito della procedura di certificazione: in primo luogo l’assunzione da parte dell’appaltatore di un vero e proprio rischio d’impresa, l’esercizio effettivo del potere organizzativo e direttivo e del rispetto dei trattamenti economici e normativi previsti dal CCNL. Benché si tratti di disciplina inderogabile, spetta alle parti determinare i profili di regolazione dell’assetto interno delle responsabilità sul piano delle cautele e delle garanzie che il committente può richiedere all’appaltatore, le quali, costituendo a loro volta un importante indice di solidità economica, si traducono in un aumento effettivo delle garanzie per gli stessi lavoratori.
Il libro
La prima parte analizza le prospettive della certificazione, a partire dalla distinzione tra interposizione e appalto nel regolamento contrattuale. Si prosegue poi con il rischio di impresa da parte dell’appaltatore, e contestualmente con l’affidabilità della struttura imprenditoriale. Molto importante il capitolo II, che affronta il tema, oneroso, della solidarietà fra committente e appaltatore, e quindi la responsabilità solidale del committente. La sezione successiva affronta i casi di frammentazione dell’appalto, subappalto e affidamento dei lavori all’interno di una struttura consortile. Fondamentale, dopo un capitolo dedicato all’attuazione contrattuale della disciplina prevenzionistica, la parte relativa alla valorizzazione dello strumento contrattuale, alla procedura di certificazione e alla responsabilità sociale dell’impresa. La procedura di certificazione, in principio pensata a fini deflativi dei contenziosi, oggi tende a configurarsi sempre più, come già accennato, come strumento di rilevo sul piano del sostegno alle imprese per l’efficiente utilizzo dei contratti di lavoro. La certificazione, poi, ha anche un importante valore sul piano della responsabilità sociale: può essere impiegata infatti per integrare problematiche di natura etica all’interno della visione strategica dell’impresa. In sintesi: il ricorso alla certificazione può divenire un tratto distintivo degli appaltatori e dei committenti che si avvalgono, nell’esercizio delle proprie attività, del contributo di partner qualificati, di relazioni economiche e contrattuali solide, di criteri di trasparenza e affidabilità.
La seconda parte del volume riproduce gli standard contrattuali in un appalto di servizi di pulizia e accessori, presidio ai piani, facchinaggio in strutture alberghiere. Seguono, nelle appendici, un modello di contratto par l’appalto di servizi e uno schema di capitolato tecnico (cfr pg…..)
Solidarietà, certificazione, responsabilità sociale
Tre gli elementi da segnalare, e sui quali la ricerca presta particolare attenzione: la solidarietà e le garanzie, elemento innovativo ma, come è ben noto, non poco oneroso; le procedure di certificazione dei contratti di lavoro, un elemento poco usato ma un’importante garanzia della correttezza dell’impianto contrattuale; la responsabilità sociale, ulteriore elemento che serve a certificare al cliente la correttezza dei rapporti di lavoro. In particolare, la responsabilità solidale tra committente e appaltatore ha portato ad introdurre anche in questa proposta contrattuale la richiesta da parte del committente di garanzie fideiussorie, prestate dall’appaltatore, a garanzia del rischio di inadempienze in materia contributiva, salariale e fiscale, eventualmente commessi. Questo prefigura un nuovo onere finanziario a carico delle imprese di servizi, oltre che la difficoltà ad ottenere queste garanzie da banche ed assicurazioni in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando.
Riportiamo di seguito in formato pdf lo schema di capitolato tecnico che conclude il volume “L’appalto di servizi nelle aziende alberghiere” realizzato da Federalberghi e Adapt, accessibile e scaricabile cliccando qui: Schema di capitolato tecnico
Simone Finotti