Fallito il tentativo di internalizzare i servizi di pulizia e ausiliarato dell’amministrazione regionale siciliana e scongiurata la cancellazione di questo prezioso comparto economico: la legge di stabilità per l’anno 2014 della Regione Sicilia, approvata a Palazzo dei Normanni mercoledì 15 gennaio, rettifica il testo dell’art. 10 che, nella prima stesura, avrebbe sancito, seppur indirettamente, il passaggio “in house” – a favore di società a partecipazione regionale – di tutti i servizi di pulizia ed ausiliari facenti capo all’Amministrazione siciliana. “Mettendo in ginocchio il comparto – commenta il Presidente nazionale di ANIP, Lorenzo Mattioli – con la chiusura di centinaia di aziende ed il licenziamento di 50 mila lavoratori impiegati negli appalti” L’intervento deciso della delegazione regionale di ANIP, guidata dal vicepresidente nazionale Salvatore Navarra, che, in una audizione presso la Commissione Bilancio dell’assemblea siciliana ha illustrato le gravi ricadute economiche e occupazionali di una simile decisione, ha permesso di rettificare il tiro di una norma che, nata con l’intento di offrire un prospettiva di stabilizzazione ad alcune migliaia di lavoratori in carico alle partecipate, avrebbe causato il crollo di un importate settore dell’economia regionale, contrastando, quindi, le stesse finalità di stabilizzazione occupazionale che il legislatore intendeva perseguire. “Noi non vogliamo una guerra tra poveri e occupati precari – ha continuato Mattioli – ma non possiamo tollerare una politica che, per salvare alcune migliaia di dipendenti delle partecipate, porta alla chiusura un intero comparto economico e al licenziamento di un numero più che doppio di lavoratori impegnati in aziende private. Il tutto con un aggravio di costi per l’erario, dimostrabile, superiore di ben 5 volte per lo stesso servizio”. “Il nostro intervento non è corporativo – conclude Mattioli – ma a difesa di un comparto economico che porta anche sensibili risparmi di denaro pubblico, un tema oggi più che mai di estrema importanza. E va dato atto alle forze politiche al governo in Sicilia di aver colto questo nostro messaggio che, mi auguro, venga ascoltato anche dalle altre amministrazioni pubbliche del Paese”.