Gravi conflitti interni e incertezze gestionali alla base del provvedimento ministeriale, sancito con decreto del 22 novembre. L’Unci, l’Unione Nazionale Cooperative Italiane, aveva ottenuto il riconoscimento nel 1975. Sessanta giorni per ricorrere al Tar Lazio.
Se la grande Storia, nessuno se ne meraviglia, è costellata di antipapi, come scandalizzarci quando anche la nostra umile storietta di tutti i giorni, per non essere da meno, ci presenta degli “antipresidenti”? Il problema è che in Unci, l’Unione Nazionale Cooperative Italiane, lo scisma si era fatto talmente profondo, con tanto di “sdoppiamento” delle strutture sociali ed amministrative e delle sedi, ubicate in luoghi diversi, che al Ministero dello Sviluppo economico, in data 22 novembre, non è rimasto altro da fare che adottare “l’unico provvedimento previsto dalla legge come adottabile da parte dell’Amministrazione in presenza di presupposti incidenti sullo svolgimento corretto ed efficiente dell’attività revisionale nei confronti delle società cooperative aderenti”: la revoca del riconoscimento dell’associazione Unci quale associazione nazionale di rappresentanza e tutela del movimento cooperativo.