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Decreto Ritardati pagamenti PA: per il TAIIS un primo significativo passo ma serve di più

Apprezziamo il Decreto appena varato dal Governo, che finalmente, dopo anni, immette liquidità nel sistema, anziché ridurre le risorse disponibili”. E’ questo il primo, fondamentale commento che viene dalle 13 Associazioni rappresentative del comparto dei servizi riunite nel TAIIS – Tavolo Interassociativo Imprese di Servizi, cui FISE aderisce come socio fondatore.

Occorre però che nei due anni 2013-2014, e prima che entrino in vigore i vincoli del fiscal compact, si paghino interamente i debiti arretrati, non solo i 40 miliardi; ciò è possibile con uno sforzo non certo proibitivo per i debiti per spesa corrente (non per investimenti, quindi), che non sono nuova spesa, essendo già contabilizzati tra le uscite, e non impattano sul deficit degli anni 2013-2014, come lo stesso Vice Presidente della Commissione UE e Commissario agli Affari economici Oli Rehn e il Vice Presidente Antonio Tajani hanno evidenziato.

“Questo nuovo approccio al problema”, sottolineano i rappresentanti del TAIIS, “insieme alla nuova Direttiva comunitaria sul ritardo nei pagamenti (recepita con qualche mese di anticipo dal nostro Paese) possono finalmente invertire la drammatica tendenza alla crescita del debito dello Stato verso le imprese che ha caratterizzato gli ultimi anni ed è la fonte di tanti fallimenti e di tanti licenziamenti”.

“Occorre anche”, rilevano al TAIIS, “ristabilire un clima di fiducia tra Stato e Enti territoriali, oggi evidentemente assente, e assicurare l’affidabilità della Pubblica Amministrazione come debitore rispetto alle Banche ai fini dell’accesso al credito; si deve inoltre essere più pragmatici, ammettendo al massimo possibile la compensazione tra debiti e crediti per tutti i creditori dello Stato che ogni mese pagano regolarmente stipendi e contributi, come le imprese di servizi”.

Infine si ritiene che occorra introdurre ulteriori miglioramenti in sede di conversione del decreto legge soprattutto per quanto riguarda l’esigenza di accorciare il più possibile i tempi previsti per le procedure di attuazione e di ricognizione dei debiti.

Con riserva di approfondire in sede tecnica il testo del Decreto, il TAIIS intende fin da domani rivolgersi al Parlamento perché si vada nella direzione auspicata; “del resto”, osservano i rappresentanti del Tavolo Interassociativo, “spazi di maggiore flessibilità sul deficit annuale rispetto al tetto del 3% sono già stati concessi a Spagna e Francia; l’Italia, grazie ai sacrifici fatti, ha le carte in regola per chiedere un analogo atteggiamento da parte di Bruxelles”.

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