(Tratto da “L’ospedale” n.2, Aprile-Maggio 2009)
RELAZIONE ANNUALE DEL PRESIDENTE A.N.M.D.O. GIANFRANCO FINZI
Scriveva recentemente Sergio Romano nell’editoriale del Corriere della Sera a proposito del nostro Paese: “le leggi esistono, ma vengono sistematicamente sconfitte da una potente coalizione di interessi elettorali, fatalismo individuale, imperizia amministrativa, affarismo spregiudicato, instabilità governativa e una somma di cavilli giuridici che metterebbe in ginocchio il più illuminato dei riformatori. Fra la preveggenza e il tornaconto, politico o individuale, vince quasi sempre il tornaconto. Ma il Paese imprevidente può essere al tempo stesso, nel momento del pericolo, generoso ed efficiente”…”di fronte all’Italia peggiore è apparsa, in altre parole, l’Italia migliore.”
E in un momento di pericolo economico-finanziario, e non solo, ma anche di scelte che possono incidere sul futuro della Sanità del nostro Paese, l’A.N.M.D.O. intende con questo 35° Congresso Nazionale “La Direzione Della Sanità” dare un contributo culturale allo sviluppo di un nuovo concetto di Sanità, ed in particolare di come gestire questo importante servizio al Paese.
Infatti voci diverse si accavallano negli ultimi tempi relativamente al futuro del Servizio Sanitario Nazionale. D’altronde il futuro è l’unica cosa che possiamo progettare e costruire. In Sanità, al di là delle ipotesi che circolano, le opportunità ci sono e sono ben chiare. Occorre cortocircuitare e fare dialogare organismi governativi, strutture e organizzazioni sanitarie pubbliche e private, l’Università e l’industria, al fine di perseguire politiche per la salute che abbiano come obiettivo la qualità, la riduzione delle disuguaglianze e la ricerca di modelli di sistema per l’assistenza sanitaria in grado di realizzare i principi di solidarietà, equità e accessibilità che devono essere garantiti in modo prioritario. La ricerca e l’innovazione costituiscono le direttrici lungo le quali devono evolvere le conoscenze in Sanità per garantire lo sviluppo sostenibile del Servizio Sanitario Nazionale. Nell’ambito di questa sfida complessa i medici di Direzione Sanitaria devono essere in grado di gestire il futuro. Per farlo devono continuare ad aggiornare le loro competenze, avere un progetto condiviso, avere un’idea precisa del proprio ruolo, percorrere la strada della qualità, essere capaci di gestire la complessità ed essere disponibili al confronto, con l’ambizione di esportare il proprio modello e la propria professionalità consolidati di Direzione Sanitaria italiana in ambito europeo e mondiale. Purtroppo in questi ultimi anni si sono verificati troppi casi di cattivi Direttori, cattivi Amministratori, cattivi legislatori che hanno rovinato il Sistema sanitario Italiano.
Speriamo ancora una volta che il nostro Paese sappia essere al tempo stesso generoso ed efficiente e che di fronte all’Italia peggiore è appaia ancora una volta l’Italia migliore.
In questa edizione del Congresso Nazionale è stato inoltre attuato un cambio di rotta privilegiando il mese di maggio per l’annuale appuntamento scientifico della Nostra Associazione: è stato infatti abbandonato il consueto mese di settembre poiché, a detta di molti, impegnativo e già ricco di appuntamenti, al fine di permettere ad un più vasto numero di professionisti di partecipare all’evento. Allo stesso tempo la scelta della sede Congressuale è caduta all’unanimità sulla città di Torino, nella quale l’A.N.M.D.O. nasceva con atto notarile costitutivo il 21 marzo 1947, redatto dal Dott. Emilio Turbil. Intendiamo pertanto riprendere il cammino da dove siamo partiti 62 anni fa.
Dall’ultimo Congresso Nazionale di Catania sono trascorsi solo 8 mesi ma l’attività sindacale e scientifica dell’A.N.M.D.O. è stata intensa e frenetica, ricca di importanti avvenimenti. Infatti allo stato attuale il bilancio generale delle attività dell’Associazione prevede un elevato numero di iscritti ed il moltiplicarsi di importanti attività ed eventi scientifici grazie al contributo ed alla fattiva collaborazione di tutti i soci.
Il 35° Congresso Nazionale A.N.M.D.O. vuole pertanto rappresentare un importante momento di confronto tra tutti i professionisti della Sanità con l’obiettivo di favorire una progettazione condivisa attraverso l’aggiornamento delle competenze, percorrendo la strada della qualità
Per il futuro L’A.N.M.D.O. ritiene ancora una volta necessario impegnarsi affinché la funzione di Direzione Sanitaria e ospedaliera venga rivalutata al fine di costituire la componente fondamentale e insostituibile di qualunque sistema Sanitario moderno, capace di assicurare alla popolazione efficacia efficienza e appropriatezza.
L’attivita dell’area sindacale, coordinata dal Segretario Generale per la Segreteria Sindacale Dott. Sergio Pili con il supporto del presidente Dott. Gianfranco Finzi, è stata caratterizzata nel 2009 da importanti mutamenti.
Lo scorso 26 Marzo il Prof. Raffaele Perrone Donnorso, Presidente dell’ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI, Organizzazione Sindacale alla quale l’ANMDO ha aderito per le finalità correlate alla contrattazione sindacale, ha firmato nel corso di un incontro col Presidente dell’ARAN Avv. Massimo Massella Ducci Teri, il CCNL per l’area della Dirigenza medica e veterinaria quadriennio 2006-2009-parte normativa e primo biennio 2006-2007-parte economica.
Il CCNL non potè essere firmato all’atto dell’approvazione delle parti in quanto l’ANPO non era stata ammessa alla contrattazione per una presunta assenza di rappresentatività dovuta all’insufficienza di adesioni.
A seguito di una lunga e complessa vicenda giudiziaria di ricorsi l’Autorità giudiziaria ha riconosciuto la rappresentatività dell’ANPO e inposto all’ARAN l’ammissione dell’ANPO, nel frattempo divenuta ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI, al tavolo negoziale.
La firma del contratto da parte del Prof. Perrone Donnorso è l’effetto pratico di quel riconoscimento e consente all’Organizzazione, che da un anno è anche nostra, di partecipare alle trattative della fase decentrata di contrattazione: regionale e locale. Le OO.SS. che non firmano il contratto nazionale.infatti, non possono far parte delle delegazioni sindacali trattanti e prendere parte ai negoziati aziendali e regionali.
L’articolo 40, comma 3, del D.lgs. n. 165 del 2001 (T.U. sul pubblico impiego) dispone infatti che la contrattazione collettiva integrativa si svolga sulle materie e nei limiti stabiliti dai CCNL, nonché tra i soggetti e con le procedure negoziali che gli stessi CCNL prevedono.
Si tratta di un principio inderogabile cui devono attenersi le Amministrazioni in quanto stabilito dalla disciplina legislativa e collettiva anche ai fini dell’individuazione della composizione delle delegazioni trattanti. Analogamente si esprime la consolidata prassi applicativa dell’Aran (nota prot. n. 4260 del 27 maggio 2004; nota prot. n. 9405 del 6 novembre 2006, nota n. 3243 del 19 marzo 2008; nota prot. n. 7028 del 22 luglio 2008).
Con riferimento a quest’ultimo aspetto, il CCNL per l’area della Dirigenza medica e veterinaria in vigore dal 18 ottobre 2008 abilita a stipulare la contrattazione integrativa le delegazioni delle Organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del medesimo CCNL ( art. 4, comma 2, che richiama l’art. 10, comma 2, del CCNL giugno 2000). Alla luce della disciplina legale e collettiva, sono dunque ammesse a partecipare ai tavoli di trattativa per la contrattazione integrativa aziendale, esclusivamente le singole Organizzazioni sindacali di categoria che hanno sottoscritto il vigente CCNL. Sono di conseguenza escluse dalla contrattazione integrativa sia le Organizzazion sindacali che non hanno sottoscritto il vigente CCNL, sia le Confederazioni sindacali anche se costituite da Organizzazioni sindacali abilitate a partecipare singolarmente alla medesima contrattazione integrativa. Ammettere ai tavoli di rinnovo della contrattazione integrativa Organizzazioni sindacali diverse da quelle individuate dalla vigente disciplina, tra l’altro, pregiudicherebbe la stessa validità dei contratti integrativi sottoscritti da delegazioni sindacali non correttamente costituite.
I contratti integrativi sono di quattro tipologie:
Il primo contratto integrativo riguarda il quadriennio normativo e primo biennio economico.La parte normativa è valida per l’intero quadriennio e deve essere stipulata in una sessione unica. Le Organizzazioni sindacali che hanno titolo a partecipare al negoziato sono quelle firmatarie del corrispondente CCNL;
Il secondo contratto integrativo è solamente di parte economica e viene stipulato per l’allocazione delle risorse derivanti dal contratto nazionale relativo al medesimo biennio economico. Le Organizzazioni sindacali che hanno titolo a partecipare al negoziato sono quelle firmatarie del corrispondente CCNL.La delegazione del contratto integrativo di cui al punto 1 continua ad operare sino a che a livello nazionale non sia sottoscritto il CCNL del secondo biennio e, solo da tale momento, il contratto integrativo di cui al punto 2 dovrà essere stipulato con i nuovi firmatari. Nel caso in cui rimangano gli stessi del CCNL precedente la delegazione della contrattazione integrativa non muta, altrimenti si dovrà prendere atto dei nuovi soggetti firmatari e formare la nuova delegazione (cfr. art. 6 del CCNQ del 9 agosto 2000 richiamato nell’art. 7 del CCNQ del 18 dicembre 2002).
La parte normativa del contratto integrativo può essere completata con altro contratto, in relazione a quelle materie per le quali il contratto integrativo si rende necessario solo al verificarsi dell’evento (accordi di mobilità, implicazioni derivanti dai processi di riorganizzazione, etc.). Poiché tali contratti possono essere stipulati a cavallo dei bienni, le Organizzazioni sindacali che hanno titolo a partecipare al negoziato sono quelle firmatarie del CCNL vigente nel momento in cui vi si procede (che possono essere quelle del quadriennio normativo e primo biennio economico ovvero quelle del secondo biennio economico);
Il contratto di interpretazione autentica di clausole del contratto integrativo. Le Organizzazioni sindacali che hanno titolo a partecipare al negoziato sono quelle originariamente firmatarie del contratto integrativo a cui la clausola da interpretare si riferisce.
Negli intervalli tra i principali contratti (punti 1 e 2) tutti i CCNL la gestione dei fondi è affidata alla contrattazione integrativa ed essa, nel rispetto dei criteri generali fissati dal contratto integrativo quadriennale, ha cadenza annuale e individua le risorse che a consuntivo il contratto integrativo applicabile in quel momento mette a disposizione.
Alla contrattazione integrativa partecipano i dirigenti sindacali formalmente accreditati dalle Organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del CCNL che si sta applicando. E’ importante che le Organizzazioni sindacali provvedano all’accredito dei propri dirigenti nei tempi previsti (cfr. art 10 CCNQ del 7 agosto 1998). Nel caso in cui non lo facciano l’Amministrazione ha il diritto di richiederlo. L’accredito del o dei dirigenti sindacali che partecipano alla delegazione trattante, deve avvenire da parte di tutte le Organizzazione sindacali di categoria firmatarie del CCNL che si sta applicando, anche laddove non avessero iscritti in quell’Azienda in quanto rileva, a tale fine, la circostanza della firma del CCNL e non la presenza di iscritti in quel luogo di lavoro. In questo caso l’Amministrazione, all’atto della composizione delle delegazioni trattanti, deve richiedere alla sede territoriale più vicina dell’Organizzazione sindacale, l’accredito del dirigente per comporre la delegazione abilitata alla contrattazione integrativa.
La trattativa decentrata si avvia con la convocazione nominativa dei singoli dirigenti appositamente accreditati. Non esistono norme contrattuali né di legge che pongano limiti alla individuazione da parte del sindacato del proprio dirigente che può, quindi, essere un dipendente dell’Amministrazione interessata o di altra Amministrazione o comunque un dirigente sindacale dell’organizzazione firmataria del CCNL. Unico vincolo per l’Amministrazione è che il dirigente sindacale sia accreditato dalla Organizzazione sindacale che ne ha la titolarità ai sensi delle vigenti norme contrattuali.
Nessuna norma fissa il numero dei componenti delle delegazioni trattanti di parte sindacale e nessuna imposizione può essere fatta in tal senso trattandosi, appunto, di una libera scelta. Affinché lo svolgimento delle trattative sia semplice e snello, è comunque auspicabile che, prima del loro inizio, le reciproche relazioni sindacali siano regolate attraverso protocolli locali. La natura di tali protocolli è quella di fissare le regole di un operare comune per una migliore funzionalità delle relazioni stesse e non anche di intervenire, con potere modificativo, sulla materia delle relazioni sindacali, non disponibile per la contrattazione integrativa se non nei limiti ad essa demandati dai CCNQ e dal CCNL.
I Presidenti e i Segretari Sindacali Regionali debbono attivarsi perché in tutte le sedi i rappresentanti ANMDO, d’intesa con i dirigenti locali di ANPO, ASCOTI e FIALS MEDICI, contribuiscano fattivamente alla politica sindacale decentrata che, ormai, stabilisce e determina buona parte della sostanza del contratto: dalla pesatura degli incarichi ai fini dell’attribuzione della parte variabile dell’indennità di posizione alla parte variabile dello stipendio, dai criteri della mobilità interna all’articolazione dell’orario di lavoro, dall’organizzazione delle guardie allo straordinario. E’ in sede locale che si costruisce parte importante del rapporto di lavoro sia per l’aspetto normativo che economico e che si può utilmente incidere nelle relazioni gerarchico-organizzative assicurando appropriatezza di ruolo al direttore medico di Presidio e di Distretto sempre minacciata da logiche interpretative distorte e riduttive di alcune Direzioni Generali e Giunte Regionali.
L’attivazione di un’offensiva sindacale a livello locale è resa necessaria ed urgente dall’opera di cannibalismo sindacale di cui si stanno rendendo protagonisti i dirigenti nazionali dei sindacati ANAAO ASSOMED, CIMO ASMD, CIVEMP, FEDERAZIONE CISL MEDICI, FESMED, FP CGIL MEDICI e UMSPED; praticamente tutte le organizzazioni firmatarie con l’eccezione di FM aderente UIL. Queste Associazioni, in una lettera inviata agli Assessori Regionali della Sanità e ai Direttori Generali delle Aziende, contestano il valore dell’adesione di ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI al CCNL, negano la nostra rappresentatività e minacciano l’interruzione delle trattative locali se la nostra Organizzazione viene ammessa, anche su tavoli separati, alla contrattazione decentrata.
Si tratta di un iniziativa molto grave che non trova giustificazione e ragione e che ripropone una polemica anacronistica e superata. Possiamo solo osservare che l’architettura del Servizio Sanitario Nazionale e della sua dirigenza, maturata negli anni ’90 con l’apporto decisivo dei sindacati che oggi guidano l’iniziativa di ostracismo nei nostri confronti, mostra la corda e che il tempo della sottocontrattazione separata tra alcuni leader sindacali e ministri tanto compiacenti quanto scorretti è da considerare chiuso. Per quando riguarda il merito la lettera si commenta da se e conferma la bontà della scelta che l’ANMDO fece un anno fa aderendo all’ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI.