Know how to achieve, ovvero la conoscenza come fondamento dell’attività industriale. Essere consapevoli di far parte di un sistema strutturato e integrato che trae proprio dalla sua complessità il suo punto di forza. Ancor più in questo periodo di crisi economica e di squilibri sociali che sta vivendo il nostro Paese occorre ripartire dalla base: dal confronto di idee tra le imprese e le istituzioni, fondato sulla reciproca conoscenza del proprio ruolo. Obiettivo: creare un sistema sanitario equilibrato, soddisfacente per tutti gli attori coinvolti nel processo e sostenibile dal punto di vista ambientale. E’ stato questo il messaggio che Patrizia Ferri, Segretario Generale di Assosistema, ha trasmesso alla numerosa platea di partecipanti all’evento organizzato dall’Istituto Internazionale di Ricerca e patrocinato da Assosistema, che ha visto GSA come media partner, al Centro Congressi Humanitas di Milano il 29 novembre 2011: “La gestione del servizio di lavanolo nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie”. Il convegno è stata l’occasione per mettere a disposizione di chi quotidianamente opera in tale settore la competenza e l’esperienza maturate sul campo in questi anni di quotidiano confronto con le imprese che vi operano. Il settore della sanificazione del tessile e della sterilizzazione dello strumento chirurgico (generalmente conosciuta come attività di lava-nolo) è un comparto che in Italia fattura circa 4 miliardi di euro ed occupa 35.000 lavoratori, il 93% a tempo indeterminato e il 65% donne. Con una media occupazionale di 26 addetti, occupando così il 5° posto fra i 24 settori rilevati dall’Istat con l’ultimo Censimento Industria e Servizi. Un comparto che ha registrato fino al 2009 un trend di crescita del 3% e un incremento dell’occupazione del 9% che hanno significato un dimensionamento delle aziende più ampio e una maggiore solidità economica-finanziaria di cui ha beneficiato anche il sistema nazionale Paese. “Nel settore sanitario che esprime una complessità strutturale generale (ospedali, comunità socio sanitarie e assistenziali, cliniche, ecc.) e una complessità specifica (degenza, assistenza, cura, emergenza, rischi, sicurezza individuale e collettiva, ecc.) l’equilibrio del sistema è fondamentale.
Affinché fra tutte le parti che in esso interagiscono si realizzi un buon equilibrio è necessario che dall’interazione discenda una reciproca soddisfazione. L’utente del servizio deve risultare soddisfatto della qualità del servizio, il Committente deve essere in grado di informare le proprie attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità, le imprese fornitrici di beni e servizi devono essere in grado di remunerare tutti i fattori di produzione (in economia: capitale, terra e lavoro)”, ha esordito Patrizia Ferri.
Occorre considerare che l’attività di sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi medici avviene attraverso processi industriali altamente automatizzati e organizzativamente complessi.
“Per questo oggi è anacronistico parlare ancora di “lavanolo” poiché tale definizione non è abbastanza ampia da favorire la corretta rappresentazione del settore, fuorviando l’approccio nelle politiche di accesso e scambio al mercato. Basti ricordare che un lenzuolo nelle strutture sanitarie è un dispositivo medico e che come tale è soggetto ad una serie di normative e controlli inderogabili”, ha spiegato Ferri.
Lavaggio e noleggio, infatti, sono solo due fasi di un processo integrato molto più ampio e più complesso. Scelta e acquisto dei dispositivi, immissione degli stessi in commercio e in servizio, ritiro, conta, cernita, sanificazione, tiratura, piegatura, confezionamento, spedizione, consegna al cliente, gestione del guardaroba. Controllo dei processi e rintracciabilità dei prodotti.
“La mancanza di requisiti di idoneità tecnico-professionali specifici ha però portato il settore a fenomeni distorsivi della concorrenza. A causa della operatività sul mercato di soggetti rispetto ai quali le attestazioni di idoneità tecnico-professionale, non trovano sempre riscontro nella effettiva capacità di gestire in modo sicuro e competitivo i processi produttivi, le imprese più virtuose vedono ogni giorno compromesso il loro lavoro soprattutto in situazioni congiunturali di mercato critiche – come appunto quella attuale – in cui il prezzo è l’unico elemento che fa la differenza. Il decreto legislativo 163/2006 (Codice Appalti) statuisce che l’affidamento dei contratti d’appalto “deve svolgersi nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza (art. 2 co.1)” e, soprattutto, al comma 2 “il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. Pertanto, nel settore è assolutamente da escludere che sconti eccessivi possano essere offerti perché legati a condizioni produttive particolarmente favorevoli di cui gode un’impresa, essi sono assolutamente da considerare quale risultato di scelte “moralmente azzardate” attraverso le quali l’impresa pur di acquisire una commessa formula un’offerta non in linea con le oggettive capacità produttive, tecniche ed organizzative necessarie all’impresa stessa e all’ente appaltante in termini di garanzie assolute sulla prevenzione del trasferimento microbico e sulla resistenza agli stress meccanici dei dispositivi tessili e chirurgici (mix qualità/costo). Per questo è fondamentale avviare un dialogo a pieno regime tra il soggetto pubblico che ha necessità di acquistare un servizio alle migliori condizioni economiche e tecnico-qualitative e chi quel servizio lo produce: soltanto con il confronto preventivo su razionalizzazione dei costi, recupero delle efficienze e risparmio nell’approvvigionamento è possibile pensare ad un sistema sanitario che possa proiettarsi verso un futuro sostenibile, centrato sulle esigenze dei pazienti e sull’inderogabilità della tutela collettiva”, ha concluso Ferri.